Parlando di arte contemporanea ci si riferisce, generalmente, a quella creata a partire dagli anni '60 fino ad arrivare ai giorni nostri.

Il suo aspetto principale è forse la difficoltà di definirla criticamente; fino alla prima metà

del Novecento, diversamente, la maggior parte delle opere poteva essere etichettata come frutto di una particolare scuola pittorica.

Il perno attorno al quale questa nuova concezione ruota è in sintesi la filosofia postdadaista secondo la quale ogni oggetto può diventare arte.

Di qui il fiorire della tendenza verso una continua sperimentazione ed utilizzo di materiali nuovi e delle installazioni.

Arte informale

Si sviluppò, più o meno consapevolmente, come risposta alla profonda crisi ideologica e sociale originata dalla Seconda Guerra Mondiale, i suoi principali esponenti sono infatti uomini che, toccati nell'intimo da questa esperienza, sentirono ancora molti anni dopo la necessità di fuggire la realtà e pertanto ogni forma che fosse riconducibile ad essa.

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LUCIO FONTANA, "Concetto Spaziale", 1955

L'argentino Lucio Fontana fu certamente uno dei più emblematici esponenti dell'Arte informale; di fronte alle sue opere un occhio ingenuo non può che rimanere perplesso; per comprendere il processo di creazione che ha dato alla luce opere come i suoi 'concetti spaziali' (comprendenti tagli netti o buchi alle tele) è necessario conoscere il contesto storico e sociale nel quale l'artista visse, e dal quale attraverso l'espressione artistica cercò in qualche modo di evadere.

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Performance e happening

Gli happening, comparsi a partire dagli anni '60 e tutt'oggi molto amati come linguaggio artistico contemporaneo, sono una forma d'arte che si focalizza non su di un oggetto bensì su una situazione creata dall'artista ma sviluppata dallo spettatore, che è invitato ad interagire con essa. Il risultato non è quindi prevedibile a priori; proprio in questo sta la forza dell'happening. Le performance al contrario, pur essendo avvenimenti, sono determinati dalla volontà dell'artista e sono spesso volti a creare scandalo o ad attirare l'attenzione del pubblico suscitando in esso sentimenti spontanei e forti, come imbarazzo o disagio, in una società che sembra aver rubato all'individuo la capacità di emozionarsi, nel bene o nel male.

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MARINA ABRAMOVIC, "Nude with skeleton", 2003

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Installazioni

Ecco un altro esempio fondamentale di espressione artistica odierna: le installazioni possono essere di vario genere, solitamente si tratta di sculture mobili che vengono posizionate in luoghi strategici (quali piazze o vie importanti delle grandi città) e con le quali i passanti non possono fare a meno di confrontarsi. Ecco che torna il bisogno dell'artista di "smuovere" i freddi cittadini risvegliando in loro curiosità, perplessità e forse un po' di sano stupore; in fondo l'arte è questo, la comunicazione delle necessità di un'epoca, di un contesto. E quale altra necessità abbiamo noi oggigiorno se non quella di poter essere liberi di stupirci ancora di qualcosa e di reimparare a ridere?!

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Arte concettuale

..Del resto non tutti gli artisti contemporanei sembrano pensarla così: ecco che si è sviluppata una corrente chiamata "concettualismo", all'interno della quale il fine dichiarato non è quello di comunicare allo spettatore, bensì di chiudere la cerchia degli artisti al mondo, ritenendo che per esso non ci sia speranza di comprendere ciò che soltanto coloro che abitano l'universo dell'arte sono in grado di cogliere. Da ciò hanno origine opere come quella di

EMILIO Isgrò, "Pagina cancellata", 2010

Come se questa necessità di comunicare fosse preclusa alla sola categoria degli "artisti". In realtà, scavando un po' più in fondo, traspare chiaro come il sole che anche la dichiarazione di non volersi aprire al mondo considerato inabile a comprendere l'arte costituisce una sottile ma evidente forma di comunicazione.

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