Gruppo bande Amhara a cavallo

Considerato l’operato in battaglia di Guillet e la sua precedente esperienza al comando di reparti indigeni, il generale Frusci si convinse sempre maggiormente che il Tenente fosse l’uomo adatto per il suo progetto. Voleva affidargli il comando di una grande unità indigena, mobile ed autonoma, la quale avrebbe avuto come obiettivo principe quello di combattere al meglio la guerra profilatasi in Africa orientale, che esigeva per sua efficacia spostamenti rapidi su grandi distanze.Quell’incarico generalmente sarebbe stato affidato ad un colonnello, grado che Amedeo non aveva acquisito a causa del suo status di scapolo. Quest’opportunità era sintomo della stima riservata dal generale Frusci nei confronti delle qualità militari di Guillet. Il Tenente accettò con entusiasmo e in breve pianificò insieme allo stato maggiore del Generale i dettagli logistico - militari riguardanti la banda.

Erano molti gli ufficiali superiori che non concordavano con la decisione di assegnare ad un semplice Tenente, per quanto acuto conoscitore dell’ambiente in cui avrebbe operato, un contingente di quasi duemila soldati e per di più formato da “indigeni”, raccogliendo sotto questo aggettivo una vasta rappresentanza eterogenea : ex ribelli, yemeniti, libici, eritrei, contrabbandieri sauditi, conoscitori del Sudan (dove si prevedeva che il gruppo avrebbe dovuto operare). Questa era anche l’occasione che gli avrebbe fornito la possibilità di mettere in pratica le sue teorie sulla guerra coloniale: in questo frangente era necessario dare spazio a giovani ufficiali dotati di carisma e pieni di spirito di iniziativa al comando di truppe indigene, con le quali avrebbero dovuto interagire grazie alla conoscenza delle lingue locali, per instaurare un rapporto attivo privo di intermediari.

Così nacque il Gruppo bande Amhara a cavallo, costituito da sei bande comandate ognuna da un ufficiale montante una cavalcatura bianca, in modo tale da farsi riconoscere dai propri uomini e anche in rappresentanza di una sorta di sfida cavalleresca nei confronti del nemico. Guillet aveva voluto sottolineare con “Amhara”, nome della lingua nazionale etiopica, che l’unità era in gran parte composta dai “nuovi sudditi” dell’Impero, a cui venne affidato il compito di combattere il nemico nella regione Nord-occidentale dell’Eritrea.



continua