La carica di Cherù

La sera del 20 gennaio del 1941 il Tenente Guillet stava rientrando con le sue bande da una lunga ed estenuante, quanto infruttuosa, ricognizione su suolo nemico. Guillet aveva l’impressione che quelle missioni basate su informazioni incomplete o imprecise fossero l’esemplificazione di quanto fossero aleatori i piani degli alti comandi. L’entrata in guerra aveva sviluppato un clima di peculiare entusiasmo e spirito difensivo che con il passare dei mesi (non molti dal giugno ’40 al gennaio del successivo) si era trasformato in una ritirata precipitosa e intempestiva.

Mentre le sue Bande si accingevano al meritato riposo, il Tenente si stava recando dal Generale Fongoli , per fare il rapporto sulla missione. Non ebbe il tempo neanche di proferire parola che il Generale iniziò a ragguagliarlo sugli ordini ricevuti e sulla strategia che intendeva adottare. Gli chiese, non aspettandosi una risposta positiva, se fosse stato in grado di ripartire entro poche ore per affrontare gli inglesi della Gazelle Force che stavano per catturare migliaia di soldati italiani in manovra di arretramento verso Agordat. L’obiettivo era trattenere il nemico il più a lungo possibile sulla strada che dalla piana di Aicotà va verso Barentù. Il Tenente non rispose subito e dopo un lungo silenzio si limitò a pronunciare un: “Farò tutto il possibile, Generale.” Con tono calmo, fermo, sicuro che non ammetteva nessun tipo di sfumatura che non corrispondesse all’accettazione dell’incarico.

Alle prime luci del 21 gennaio la Gazzelle Force di Masservy attaccò le posizioni italiane di Cherù occupate dalla 41esima brigata indigena del Generale Fongoli… Mentre gli artiglieri stanno sistemando i cannoni, vengono caricati da uno squadrone di cavalleria del Gruppo Bande Amhara, comandato dal tenente Renato Togni… Con straordinaria audacia i cavalieri galopparono sino ad una trentina di metri dalle posizioni britanniche, sparando selvaggiamente dalla sella e lanciando bombe a mano. I cannonieri girarono i pezzi a 180° e aprirono il fuoco con l’alzo a zero. A volte i proiettili scivolarono sul terreno senza esplodere ma altri trafissero i cavalli da parte a parte. Il Royal Regiment dovette ricorrere alle armi portatili prima di aver ragione di quella furiosa carica.

Il tenente Togni faceva parte del Gruppo Bande a cavallo Amhara, un reparto di cavalleria comandato dal tenente Guillet. Un’ora dopo quest’ultimo temerariamente, ma non con foga così selvaggia, attaccò di nuovo con tutta la sua banda, composta da più di cinquecento uomini. Soverchiarono i sikh che si erano portati avanti e deviarono, quando vennero a trovarsi di fronte all’artiglieria dietro di essi, Deve essersi trattata dell’ultima grande carica di cavalleria guidata da europei in Africa e Churchill stesso, che in gioventù era andato alla carica con gli ussari a Ondurman, l’avrebbe ammirata.

Guillet decise di organizzare un’operazione a sorpresa, spericolata, probabilmente suicida, ma forse realmente l’unica che poteva avere successo. L’intento era quello di attaccare nel mezzo dello schieramento inglese, facendo affidamento sul fatto che l’artiglieria britannica non avrebbe potuto sparare loro, in quanto inevitabilmente avrebbero colpito anche la fanteria indiana. Riuscì ad evitare l’accerchiamento inglese grazie alla carica del tenente Togni . Poco dopo, Guillet insieme ai suoi uomini riuscirono a creare una tale confusione che gli inglesi non riuscirono ad avanzare per circa 5-6 ore, permettendo alle truppe italiane di mettersi in salvo ad Agordat. Quella del Tenente Guillet fu l’ultima carica di Cavalleria nella storia militare d’Africa.



continua