La Danza nell' Arte del XIX° e XX° Secolo
Henri de Tolouse Loutrec (1864-1901)


Dance at the Moulin Rouge, Philadelphia Museum of Art, 1889-1890

A differenza dei dipinti degli artisti fino ad ora incontrati, quelli di Tolouse Loutrec tendono all' opacità. Nonostante questo però, osservandolo con maggiore attenzione, il suo segno è nitido, nervoso e veloce. Le figure appaiono vivacizzate in poche ma molto brillanti parti. Ciascun personaggio è colto in un quasi irreale isolamento, ma non la ballerina che compare in alto a sinistra con addosso una brillante gonna che si mostra, invece, nel pieno della sua vivacità. Le pennellate stese velocemente e con forme ondulate permettono di creare linee che si intrecciano e che danzano ossessivamente, procedendo per giustapposizioni cromatiche.
La diluizione del colore a olio adoperata da Loutrec produce, inoltre, molte vibrazioni luminose. Tale operazione permette di ottenere una grandissima elasticità nelle linee: qualità, questa, assolutamente non trascurabile anche in ambito coreografico.




Henri Matisse (1869-1954)


La Danse, St. Petersburg, Hermitage, 1909

Ed eccoci davanti a queste figure danzanti di Matisse. Personalmente, in quanto ballerina, vedendo questo dipinto, molte volte ho desiderato unirmi a questo girotondo estremamente vivace e in grado di trasmettere un grandissimo senso di libertà e serenità: sensazioni che, praticando l'arte della Danza, impari a conoscere fin dal primo momento. Le linee utilizzate da Matisse sono morbide e sinuose. Le figure si adattano alla composizione incatenandosi l'una con l'altra ed esprimendo una grandissima dinamicità. Esse, inoltre, non poggiano su un preciso piano di posa ma volteggiano liberamente, esprimendo una vera e propria "gioia di vivere" che non abbandona mai un ballerino.



Gino Severini (1883-1966)

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1. La danseuse obsédante, collezione privata, 1909
2. Mare=ballerina, Venezia, Peggy Guggenheim Collection, 1914

Arrivati alla fine di questo piccolo percorso dedicato a capire l'essenza della Danza attraverso la Pittura, faccio riferimento a due quadri di Severini.
Come il titolo stesso dell'opera ci suggerisce, "Mare=Ballerina", la danzatrice rappresentata dal pittore risulta totalmente fusa con il mare, come se questi due elementi facessero parte della stessa realtà. La tecnica di Severini consiste nell'accostare linguette di colore secondo direzioni che accompagnano le linee generatrici del dipinto, originando piani accartocciati che determinano gusci volumetrici. Inoltre, i colori passano gradualente dai toni chiari a quelli scuri. Questi processi creano inevitabilmente un grandissimo senso di dinamicità che, come ormai avremmo già dovuto ben capire, per la Danza è inevitabilmente necessario.
Sempre in questo dipinto possiamo riconoscere della ballerina una gamba, il busto flesso indietro e un braccio. La sua veste dagli orli ondeggianti genera ampie e sovrapposte superfici circolari ed ellittiche che si confondono, appunto, con le onde del mare, le quali, a loro volta, si incurvano ritmicamente seguendo una direzione diagonale.
Severini tende, infine, come possiamo vedere anche nel dipinto "La danseuse obsédante", a procedere per tagli netti, come se ogni parte della tela fosse una tessera di un puzzle. Questo effetto permette all'immagine della ballerina di moltiplicarsi più volte, in una danza quasi ossessiva. Ed è la stessa ossessione che colpisce (purtroppo o per fortuna) anche qualsiasi ballerino: basti pensare a quella costanza che egli dimostra nel ripetere fino allo sfinimento un passo che non gli viene bene, con lo scopo di raggiungere l' irraggiungibile perfezione.





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