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1. Prove del balletto in scena, Parigi, Musée d'Orsay, 1873-1874
2. La lezione di ballo, Parigi, Musée d'Orsay, 1873-1875
3. Ballerine alla sbarra, Washington, The Phillips collection, 1888
Le danzatrici vengono continuamente ritratte da Degas come se fossero state
osservate dalla serratura della porta della sala o spiate da un punto ben preciso,
e colte, quindi, in pose naturali e spontanee, assolte nei loro pensieri, nei loro movimenti,
nelle loro conversazioni.
Analizzando, per esempio, le opere "Prove del balletto in scena" (1) o "Lezione di ballo" (2) , notiamo
come Degas, oltre a rappresentare le ballerine in movimento, abbia focalizzato la propria attenzione
anche (e soprattutto) sulle ballerine non in prova ma in attesa del loro turno.
Loro infatti, stanno compiendo gesti del tutto naturali: basta notare la ragazza che si sta
grattando la schiena, soggetto presente in entrambe le opere ; quella piegata sulla caviglia per legarsi il nastrino
della scarpetta (nell' opera n° 1) ; o ancora quella che si sta sistemando l'acconciatura (nell' opera n° 2).
E' inoltre importante ricordare che spesso Degas realizzava i soggetti delle sue opere rielaborandoli a memoria, sulla base di
schizzi e rapide impressioni ottenute dall'osservazione dal vero. Tale rielaborazione gli ha permesso di rendere la luce
delle proprie opere scenica, indagatrice, ben calcolata (come vediamo nell'opera n°3, "Ballerine alla sbarra") ;
così come è riuscito, inoltre, ad applicare certe distorsioni prospettiche o doppie prospettive in grado di aumentare
l'effetto psicologico di un improvviso ingresso dello spettatore sulla scena, come se questa
fosse colta di sorpresa, con tutta la casualità d'inquadratura che ne poteva derivare.
Insomma, una vera ballerina davanti a queste opere può totalmente "specchiarvisi" dentro, rivivendo la stessa atmosfera che
la circonda durante l'esecuzione di questa meravigliosa disciplina.
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1. Bal au Moulin de la Galette, Parigi, Musée d'Orsay,1876
2. Dance at Bougival, Boston, Museum of Fine Arts, 1882-1883
Anche se, guardando queste due opere di Renoir, e analizzandone i soggetti non ci troviamo
davanti alla più chiara espressione del concetto di Danza, riusciamo tuttavia a coglierne alcuni aspetti fortemente caratterizzanti.
L'artista infatti ci suggerisce un vitalissimo senso del movimento tramite l'uso di una pennellata minuta. Riesce a
frammentare la luce in piccole chiazzette di colore conferendo all'intera opera una sensazione di gioiosa vivacità.
La forma è costruita mediante il colore che, a sua volta, assume un rilievo diverso in relazione al contrasto fra luci e ombre
e fra toni caldi e freddi. Si osservino ad esempio la coppia dell'opera n°2 e le due coppie danzanti
ben visibili alla sinistra della sala del Moulin de la Galette: i vestiti delle ragazze
spiccano contro gli abiti maschili per la diversa luminosità che li fa
vibrare di colore, definendo di conseguenza sia la forma dei
corpi sia la sensazione del moto.
Ecco quindi che forma e colore diventano un tutt'uno, ed è la stessa identica sensazione che dovrebbe essere provata alla visione
di quello che in Danza si chiama "pas de deux" ("passo a due").