Il Mangiafagioli è una delle prime scene di genere dell'arte italiana, un tipo di pittura i cui soggetti sono attinti dalle piccole cose della vita quotidiana.
Annibale raffigura un popolano nell'atto di mangiare dei fagioli, il tavolo sul quale sono disposti gli oggetti e le pietanze di un tipico pasto contadino, il pane, la brocca di vino, i porri
ma l'attenzione è tutta rivolta al personaggio: il suo isolamento è accentuato dallo sfondo buio e prospetticamente piatto, la volontà di riportare la realtà è dimostrata dall'attenzione a minimi particolari
quali lo sgocciolare del brodo dal cucchiaio nel piatto, il cappellaccio sfilacciato di paglia, la mano che afferra avidamente il pane per la paura che gli venga sottratto e gli occhi, fissi e sospettosi.
L'intento di rappresentare con realismo la miseria quotidiana della povera gente è perfettamente riuscito anche tramite l'utilizzo di colori spenti, terrosi, dal disegno incisivo e disadorno.
Questa vuole essere una brevissima e generale storia di come artisti, appartenenti ad “etichette artistiche” diverse, abbiano affrontato
il difficile rapporto idea-natura.L'idea è originata dalla natura e da essa si sviluppa per dar vita «al perfetto della bellezza naturale»,
un'idea che «unisce il vero al verisimile delle cose sottoposte all'occhio, sempre aspirando all'ottimo e al meraviglioso» (Giovan Pietro Bellori)
ma per dar vita ad un'arte che trovi il giusto equilibro tra razionalità naturale ed impulso espressivo, parafrasando il Vasari, è necessario che le licenze creative dell'artista siano costantemente controllate dalle regole dell'intelletto.