DEGRADO:
Cause naturali e cattiva conservazione

Breve esposizione dei danni più comuni.





Ecco una bella tela del XVII-XVIII sec. con gravi problemi conservativi




La tela dopo gli interventi di restauro


Un dipinto purtroppo inizia a deteriorarsi non appena è terminato, sia per l'azione degli agenti ambientali (microclima) sia per una propria intrinseca instabilità. Le alterazioni sono provocate da fenomeni fisici, chimici e biologici che causano, nella materia di cui è composto il dipinto, delle trazioni meccaniche; queste danno origine alle screpolature (craquelure o crettature o cretto), ai sollevamenti e alle perdite del film pittorico. L'osservazione accurata del cretto è importantissimo ai fini di una corretta diagnosi dei danni riscontrati e quindi favorisce un corretto intervento di restauro.

Vediamone i principali tipi:
Craquelure di essiccamento: si forma nella fase iniziale della vita del film pittorico quando siano stati utilizzati in modo improprio metodi e materiali ed è originata da variazioni chimiche interne che comportano contrazioni della materia stessa.
Craquelure di invecchiamento: si sviluppa nella pittura già secca e quindi incapace di resistere alle trazioni meccaniche che il supporto trasmette al variare del tasso di umidità e temperatura dell'ambiente (microclima).
Sollevamenti e cadute di colore. Il film pittorico può naturalmente perdere, col tempo, la sua capacità adesiva al supporto sottostante, pur mantenendo invariata la sua capacità coesiva. In questo caso i bordi delle isole formate dal reticolo della craquelure si possono incurvare oppure soprammettersi fino a staccarsi.
Deformazioni del supporto. L'allentamento della tela può, ad esempio, far marcare i bordi interni o le traverse del telaio sulla superficie dipinta.
Non meno problemi, da un punto di vista conservativo, possono provocare i supporti lignei.
Il legno, oltre ad essere come la tela un materiale igroscopico, in fase di stagionatura subisce una irregolare riduzione di volume, provocando varie deformazioni in relazione al tipo di taglio adottato ed alla messa in opera delle assi.
Alterazione dei colori. Fra i fattori legati ad un naturale deterioramento possiamo annoverare anche quelli dovuti alle radiazioni luminose e ultraviolette che possiedono pericolose proprietà fotochimiche.
Come esempi di danni causati dalla luce ricordiamo l'ingiallimento delle vernici e la decolorazione di alcuni pigmenti.
Danni biologici. Come cause biologiche, infine, indichiamo i danni dovuti allo sviluppo di microrganismi, all'attacco di insetti e allo sviluppo di vegetali.






Saggi di pulitura su un dipinto del XVII sec. che evidenziano vecchi restauri mal eseguiti



IL DEGRADO: I danni da cattivi restauri

Un controllo costante del dipinto nel tempo e soprattutto del cosiddetto microclima (cioè dell'umidità relativa, dell temperatura e della luce dell'ambiente dove è conservato), unito a normali interventi di manutenzione, può prevenire la maggior parte dei danni osservati.

Decisamente più gravi, invece, sono i danni subiti dalle opere d'arte per cause accidentali e, soprattutto, per errati interventi di restauro.

Vediamone i principali:
Ridipinture. Molti dei dipinti giunti ai nostri giorni sono caratterizzati da ridipinture dovute a restauri che, oltre a riparare i danni, avevano anche il compito di aggiornare o abbellire l'opera (pratica molto diffusa nell'800, soprattutto per eliminare eventuali scene cruenti). Il confondere la pittura con la ridipintura - che talvolta giunge ad imitare la stessa craquelure - potrà portare ad una errata valutazione del dipinto.
Svelature. La loro origine è sempre da riferirsi ad una pulitura eccessiva della superficie pittorica (eseguita senza rispettare i vari strati), che giunge a mettere in vista gli strati sottostanti di colore e talvolta la stessa preparazione, endendo estremamente arduo il restauro.
Strappi della tela. Pur essendo per lo più riconducibili a traumi accidentali, sono strettamente connessi al particolare stato di conservazione del tessuto.
Interventi di foderatura non corretti. L'intervento di foderatura, cioè l'incollaggio della tela di supporto su di una tela nuova richiede l'impiego del calore e,contemporaneamente, della pressione.
Questa operazione, quando non è eseguita correttamente, può causare al dipinto danni particolarmente gravi (quali ad esempio bruciature) ai quali spesso è impossibile porre rimedio.
Schiacciamento delle pennellate. In molti dipinti la forma, l'andamento e il vigore delle pennellate permettono di seguire il lavoro dell'artista, di comprenderne meglio lo stile e la tecnica. Molti interventi di foderatura hanno provocato uno schiacciamento degli impasti e delle pennellate pastose, distruggendo una specificità che nessun restauro potrà mai risarcire.
Tensioni e allentamenti. La tela di rifodero, qualora non possieda determinate caratteristiche o non venga adeguatamente trattata, può provocare dannosi fenomeni di tensione e allentamento. Una foderatura non corretta, inoltre, può portare ad esaltare i difetti del supporto originale, come le cuciture ed altre imperfezioni della tessitura, danneggiando la pittura.
Inoltre, nel caso in cui piccoli strappi della tela siano stati fissati sul verso con l'applicazione di strisce di carta o di stoffa, si possono verificare forti contrazioni con conseguente deformazione del supporto.





Sollevamenti e cadute di colore



IL RESTAURO CONSERVATIVO: Consolidamento, Foderatura e Diagnostica

Passiamo ora ad una breve descrizione delle principali operazioni che si possono attuare durante un restauro "Conservativo"; va ricordato che non sempre sono tutte necessarie ma l'ordine di esecuzione è questo, anche se vi sono varie scuole di pensiero che vanno rispettate.

Velinatura. Come operazione protettiva, la velinatura viene spesso effettuata prima di rimuovere un dipinto, in modo da impedire che parte del film pittorico possa distaccarsi e perdersi. 
L'intervento consiste nello stendere della
colla leggera (essenzialmente animale, es. colla di pesce) sul film pittorico, protetto da speciali carte non soggette a contrazione e ad alto grado di assorbimento, ad elezione  "carta giapponese"
Fermatura del colore. Frammenti di colore, per cause diverse, possono sollevarsi e distaccarsi trovandosi in condizioni di scarsa adesione o prossimi a cadere. 
Si rende quindi necessario riportare i frammenti a contatto del substrato o tra loro, inserendo nel contempo un adesivo che assicuri continuità fra colore, preparazione e supporto.
Consolidamento del colore. Il risanamento di un materiale decoeso richiede l'impregnazione delle porosità mediante un legante capace, una volta penetrato, di passare allo stato solido ripristinando la coesione.

Foderatura (rintelatura). L'operazione viene effettuata quando la tela originaria ha perso il suo potere di sostegno e consiste nell'applicazione sul verso di una o più nuove tele, in modo da garantire stabilità e solidità all'insieme del dipinto. 
Per ottenere questi risultati la foderatura necessita di pressione e calore, in modo da far sciogliere il collante e farlo penetrare; durante l'operazione si utilizzano così ferri da stiro o apposite apparecchiature. Nella foderatura manuale, la tela di rifodero viene tesa su un telaio provvisorio, bagnata e lasciata asciugare. Ripetuta l'operazione la tela viene nuovamente tirata e trattata con colla calda. In alcuni casi particolari può essere utilizzata la
tavola per termoincollaggio sottovuoto (tavola calda), dove il controllo della temperatura e della pressione sono assicurati con mezzi meccanici. 
Per la foderatura è ugualmente utilizzata la
pompa a vuoto, inizialmente adottata per trattare i dipinti su tavola nei quali la penetrazione del consolidante comporta particolari difficoltà.

Intelaiatura.Un intervento di fermatura o di consolidamento non implica necessariamente anche una foderatura. Per l'intelaiatura di un dipinto rimosso dal proprio telaio è sufficiente eseguire una rintelatura a strisce, cioè applicare strisce di tela ai bordi della tela originale. Quando il telaio originale non è sufficientemente solido o non presenta un sistema di tensionamento regolabile (le "biette") verrà invece sostituito.




Cadute di colore e sollevamenti della preparazione e del colore



IL RESTAURO: La Pulitura

Per pulitura di un dipinto si intende:
-
la rimozione delle macchie superficiali dovute a colature,schizzi etc.;
-
la rimozione delle ridipinture debordanti, snaturanti, deturpanti o semplicemente alterate;
-
la rimozione dello sporco superficiale depositatosi e parzialmente inglobatosi nel corso del tempo sulla superficie;
-
l'assottigliamento degli strati protettivi alterati che impediscono o limitano fortemente la corretta lettura dell'opera.

E' quindi facile comprendere come la pulitura sia l'operazione più delicata e rischiosa alla quale può essere sottoposta un'opera d'arte: è l'unico intervento veramente irreversibile, durante il quale, se si provocano danni non vi è possibile porre rimedio alcuno.

Tenendo presente la complessità della stratificazione di un dipinto,possiamo comunque generalizzare affermando che l'intervento si effettua avendo come riferimento la differenza di solubilità tra la pittura originale e ciò che deve essere rimosso, ovvero attraverso la solubilizzazione delle sostanze che è necessario eliminare seguita dall'allontanamento delle soluzioni o dei gel che si formano.
Una differenza di solubilità si può avere quando vi siano differenti materiali o anche un differente grado di invecchiamento fra materiali della stessa natura. 
Comunemente vengono fatte delle distinzioni fra solventi deboli e forti ma ciò può avere senso solo in riferimento a una specifica sostanza e, come sappiamo, la composizione delle vernici è straordinariamente varia.
E' necessario, quindi, procedere sempre a test preliminari che garantiscano l'innocuità dell'operazione. Si escludono quei solventi che potrebbero presentare dei danni non solo immediati, ma anche a lunga scadenza; per questo si rinuncia all'uso dei solventi a forte e lunga ritenzione. 
Dal punto di vista metodologico non potrà comunque che essere consigliata una azione graduata e una eliminazione differenziata di ciò che deve essere rimosso, anche utilizzando mezzi che mantengano in sospensione i solventi e facendo uso dell'azione meccanica della punta di un bisturi (pulitura meccanica), eventualmente coadiuvati da un'osservazione al microscopio.




Esempio di restauro estetico a"rigatino"





Esempio di restauro estetico a"rigatino"





Esempio di restauro estetico a"rigatino"



IL RESTAURO: La Diagnostica

L'intervento di restauro è ormai da anni affiancato e sorretto dalla ricerca scientifica e da nuove metodologie che permettono una lettura più precisa dello stato di conservazione dell'opera e una documentazione delle varie fasi attraverso le quali l'artista è giunto alla stesura definitiva. Un breve esame delle diagnostiche di utilizzo più frequente darà il senso del fondamentale contributo che oggi la scienza è in grado di offrire.

Fluorescenza agli ultravioletti (U.V.) con "Lampada di Wood": è utilizzata principalmente nella fase di accertamento dello stato di degrado dell'opera e più specificamente nella verifica dell'esistenza e dell'estensione delle parti non originali del tessuto pittorico. I contrasti di luminosità che le varie parti della pittura mostrano quando vengono esposte ai raggi ultravioletti sono in relazione alla data di esecuzione: i materiali sovrapposti, essendo meno antichi, risultano meno fluorescenti (cioè più scuri) e si differenziano dall'originale.
Luce trasmessa (transilluminazione). La semplice osservazione di una tela posta davanti a una forte sorgente luminosa può aiutare, invece, a stabilire quanto, al di sotto delle ridipinture evidenziate dagli U.V., è conservato di originale, poiché spesso l'estensione dell'intervento oltrepassa i limiti della lacuna e invade una pittura ancora in ottimo stato.
Luce radente. Un fascio di luce quasi parallelo alla superficie dell'opera permette di controllare gli strati superficiali: il loro stato di adesione al supporto, lo spessore degli impasti e delle pennellate, il reticolato della craquelure, eventuali abrasioni della pellicola pittorica e tutte le variazioni della planarietà superficiale. 
Esame a ingrandimento ottico.Un esame con lente di ingrandimento, associata ad un microscopio binoculare a basso ingrandimento consentirà una maggior precisione nel controllo delle condizioni di conservazione.
Raggi X e raggi infrarossi. I raggi X (ben conosciuti per le loro applicazioni in medicina) ed i raggi infrarossi, sfruttando la differente capacità di superare gli strati superficiali dell'opera, indagheranno le strutture più profonde rilevando le anomalie ma anche pitture più antiche sottostanti, disegni preparatori nascosti, pentimenti in corso d'opera, scritte ecc..
Analisi chimico-fisiche. L'obiettivo di questi esami è quello di stabilire la composizione dei materiali e la struttura stratigrafica, cioè il sovrapporsi degli strati, di un'opera, sezionando il campione e studiandolo a forte ingrandimento.




E ora vi chiedo la gentilezza di esprimere il vostro parere in merito


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Vi ringrazio per l'attenzione e... attendo vostri commenti!

Antonio Libonati



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