Ciao a tutti, mi chiamo Antonio Libonati,
come mi piace definirmi, sono un "conservatore-restauratore" di dipinti antichi, statue, cornici e opere d'arte. Eseguo interventi di tipo conservativo ed estetico - su dipinti antichi e moderni (su tela, tavola, icone, affreschi, carta, acquerelli, tempere, pastelli, incisioni, statue in legno, gesso, cotto, cartapesta, marmo, stucchi, cornici, doratura a guazzo, imitazione legno e marmo, ceramica invetriata, decorazioni di letti in ferro battuto e oggetti d'arte, lucidatura di mobili a gommalacca) -. Ho lavorato per molti anni presso il mio amico e maestro Lorenzo Migliorini, titolare di un'importantissimo studio di restauro in zona S. Lorenzo e di una rinomata e frequentatissima scuola di restauro e doratura. Esercito la mia attività da circa un decennio a Firenze, lavorando soprattutto con antiquari locali e fuori regione, privati e con le soprintendenze.
Ma...
Un operatore, un tecnico, forse un po artista, chiamato a svolgere con grande responsabilità il delicato e difficile compito di riportare al loro antico splendore le opere darte malate dal trascorrere inesorabile dei secoli e, ahimè, dallincuria degli uomini e garantirne quindi la conservazione, la godibilità e la leggibilità alle generazioni future...
Il restauratore di dipinti, in definitiva, è un professionista che interviene sulle opere d'arte pittoriche, nel caso specifico, eseguite su tela, tavole ed oggetti policromi, al fine di eliminare le cause del loro degrado, a volte dovute al loro naturale invecchiamento e ad altri eventi traumatici come la non accurata conservazione e un improvvisato restauro, nell'ottica della prevenzione e conservazione delle opere stesse. Utilizzando materiale bibliografico, iconografico e fotografico redige il progetto di restauro ed esegue l'intervento sull'opera d'arte. Il primo fra i principi pratici su cui si fonda l'operazione di restauro è che si restaura solo la materia dell'opera d'arte.
Più di qualcuno in passato, ma anche in tempi recenti, ha definito il restauro come "larte al servizio dellarte". Questo concetto, sicuramente difficile da comunicare, è nato probabilmente dalla pratica quotidiana del restauro che, oltre la critica darte e la storia dellarte, apre una nuova pagina, una nuova prospettiva che consente di accedere ad un concetto dellarte ancor più complesso, che può essere definito solo dallinterno, intimamente, e che sviluppa col tempo una sorta di "intuito professionale", di "sesto senso" difficile se non impossibile da spiegare veramente ma che aiuta a perfezionarsi sempre più. Questa sorta di "sensibilità artistica" fa si che col tempo si sviluppi un "dialogo" sempre più profondo con lautore di unopera darte, tesa al suo massimo rispetto. Occorre quindi che il conservatore-restauratore coltivi in sé alcune doti indispensabili per svolgere al meglio la sua professione: profonda onestà (intesa anche dal punto di vista professionale), vera umiltà, infinita pazienza e spirito di servizio. E poiché, mai come oggi, occorre restituire larte allarte, in tutte le sue forme, in questo senso sicuramente il restauro è "larte sublime" per eccellenza che ha come primato la rara capacità di arricchire lanimo, addolcire il cuore.
In ultima analisi, volendo terminare con questaspetto romantico e con un pizzico di provocazione non posso non affermare che il restauro pittorico, considerato nel suo aspetto più intimo e profondo:
Nel significato più autentico, sicuramente meno romantico ma più moderno, il restauro non è propriamente unarte ma un "atteggiamento" piuttosto che una professione o un mestiere; è un "metodo scientifico", un "modo di avvicinarsi" a unopera danneggiata che differisce completamente da una riparazione qualsiasi. È il "lavoro" fatto nel tentativo di "conservare e restituire" a ciò che ci è pervenuto, per quanto possibile, il suo stato originario, in modo tale da garantirne una "adeguata lettura e godibilità", senza però cancellarne del tutto gli effetti del tempo. "Il restauro è, e non potrà mai essere altrimenti, un atto critico e conoscitivo che rimane affidato allintelligenza e alla sensibilità delluomo".
Il restauro di unopera darte "non deve rinnovare loggetto", né tantomeno operare inopportune integrazioni che rischiano di snaturarne loriginalità e, ancor peggio, farne un falso. La prima e assoluta improrogabile regola da rispettare dunque è: Massimo e totale rispetto per lopera darte, cercando di intervenire il meno possibile (minimo intervento) e solo se effettivamente necessario; in definitiva possiamo desumere che "si restaura solo la materia dellopera darte".
In unopera darte, infatti, esiste un dualismo che occorre sempre considerare: una "realtà storica" e una "realtà estetica"; può succedere che, in fase di restauro, si debba dare maggiore importanza ad una piuttosto che allaltra. Normalmente però, si cerca di contemplarle entrambe, quindi il fine ultimo e più alto del restauro è di ristabilire lunità potenziale dellopera darte ma senza compiere un falso artistico o, peggio, un falso storico e senza cancellare completamente ogni traccia del passaggio dellopera nel tempo. Quando è possibile, il restauro deve limitarsi al recupero della funzione originaria, tenendo nella più alta considerazione tutto il valore artistico e culturale delloggetto.
Il restauratore moderno e coscienzioso deve uscire da una mentalità ormai superata di "aggiustatore" o peggio di "pittore", per compiere un salto qualitativo che tenga in considerazione, la "tutela" di un patrimonio che rischia di perdersi o rovinarsi per garantirlo alle generazioni presenti e future.
Il restauratore di dipinti è un professionista che interviene sulle opere darte, nello specifico di dipinti eseguiti su tela, tavola, metallo, oggetti policromi e statue, al fine di eliminare le cause del loro degrado, a volte dovute al naturale processo di invecchiamento e ad altri eventi traumatici, come una non accurata conservazione o un improvvisato restauro, per non parlare degli atti vandalici, rimanendo nellottica della prevenzione e conservazione delle opere stesse.
Il restauratore moderno è anche un tecnico che ha con sé un buon bagaglio culturale, in particolare conoscenze di letteratura italiana e straniera, nello specifico francese e inglese, mitologia classica non solo greca, storia, storia dellarte e delle tecniche pittoriche del passato ovviamente, una buona base di chimica e almeno le nozioni principali di microbiologia, conoscenze di fotografia sia tradizionale (analogica) sia digitale, conoscenze di informatica (soprattutto dei principali software di fotoritocco e video scrittura) e non guasta neanche la conoscenza di una lingua straniera.
Restaurare, più che mai oggi, significa risalire attraverso lopera e il suo studio, fino allorigine del pensiero di chi lha concepita ed è questa la strada corretta che occorre percorrere, spesso in collaborazione con altre figure professionali.
Occorre adottare e mantenere un "atteggiamento empatico", in parole povere, cercare di "calarsi nei panni" di chi, a suo tempo, dipinse lopera. Occorre anche e soprattutto un "atteggiamento critico" che permetta di osservare bene lopera fin nei suoi più piccoli particolari e chiedersi il perché è stato usato un certo colore, una certa postura, una certa tecnica o un certo supporto, ecc. infine, si può procedere di conseguenza ma sempre con molta razionalità e solo dopo aver compiuti adeguati studi ed eventuali ricerche in modo tale da rispettare lo stile e la tecnica dellartista, avvalendosi, se necessario, della collaborazione di storici dellarte.