Escher

Maurits Cornelis Escher è nato in Olanda nel 1898. Non essendo uno studente particolarmente brillante per un periodo della sua vita lavorò con suo padre come ingegnere e si distinse nelle arti grafiche. Studiò alla scuola di architettura e arti decorative a Harlem dove incontrò l'artista Jassurum de Mosquita. Nel 1923 venne in Italia e trasse ispirazione dalla struttura delle città ma se ne andò nel 1935, infastidito dal clima politico fascista. Si recò così in Svizzera ma rimase deluso dai paesaggi (a lui il pittoresco non interessava) e sentiva la mancanza del mare, così si trasferì in Spagna con la moglie e proprio a Granada trasse ispirazione per il suo lavoro di riempimento dei piani grazie all'osservazione dei muri e dei suoli del palazzo-fortezza Alhambra. Dopo la morte del suo maestro in seguito alla persecuzione ebrea, tornò in Belgio e lì produsse le sue maggiori opere ispirato però dai suoi moti interiori e non più tanto dai paesaggi osservati. In questo periodo della vita sperimentò nuove regole prospettiche presenti nelle sue rappresentazioni impossibili. Contemporaneamente sviluppò i sui studi sull'infinito e arrivò a creare uno dei suoi più grandi lavori: “Esposizione di Stampe”. Dopo una serie di viaggi che lo portarono sino in America nel 1970 si trasferì a laren dove morì nel 1971.

LE OPERE
Nel 1958 Escher realizza la sua prima litografia dedicata alle figure impossibili: Belvedere, nella quale un ragazzo osserva perplesso un cubo impossibile (il cubo di Necker) che tiene in mano.
Un'altra delle cosiddette stampe impossibili è “Salita o discesa” raffigurante un complesso di case in cui gli abitanti, che sembrano monaci, camminano in un percorso circolare fatto di scale; apparentemente sembra tutto normale ma se si guarda con attenzione ci si accorge che le scale vanno o sempre in salita o sempre in discesa: è un percorso impossibile.(img1). Anche nelle opere Casa di Scale e Relativity la situazione generale risulta impossibile poiché vengono alterate le leggi spaziali di sopra e sotto, se si guarda però un solo particolare esso può risultare credibile. Nella celebreillustrazione Cascata del 1961, un flusso d'acqua, cadendo dall'alto, mette in funzione un mulino il quale, a sua volta, spinge il flusso in un canale che, zigzagando, torna all'inizio della cascata. Per ottenere questo effetto, egli ha unito due triangoli di Penrose in un'unica figura. La cascata rappresenta un sistema chiuso: essa ritorna in continuazione alla ruota del mulino in un movimento perpetuo che viola la legge di conservazione dell'energia.