Ci sono anche altri soggetti importanti e diffusi che si ritrovano nelle opere del Rinascimento,
come per esempio quello della dea Venere (Afrodite):
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Sandro Botticelli, Venere e Marte, 1483, Londra, National Gallery |
In questo dipinto la dea dell'amore veglia sul sonno profondo di marte che è quasi del tutto nudo (indossa un perizoma),
mentre i piccoli satiri giocano con le armi del dio della guerra e suonano un corno che ha la forma di una conchiglia.
Botticelli vuole sottolineare come il potere dell'amore, una forza molto più potente della violenza e della guerra,
possa vincere questi due sentimenti negativi.
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Sandro Botticelli, La nascita di Venere, 1485 ca, Firenze, Galleria degli Uffizi |
Al centro del dipinto è raffigurata la dea Venere sopra una conghiglia dorata, la quale emerge dal mare spinta verso terra
dal dio del vento Zefiro stretto alla brezza Aura. Mentre sulla terra ad aspettarla ed accoglierla con un mantello fiorito vi è la personificazione
della primavera. Il colorito del corpo di Venere è talmente pallido che pare marmoreo (sembra una statua). Attorno a Zefiro e Aura vi sono delle
rose, le quali secondo una leggenda, sbocciarono per la prima volta quando nacque Venere. |
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Tiziano, Amore sacro e profano, 1514, Galleria Borghese, Roma |
In questo dipinto Venere viene identificata nella figura nuda ed anche in quella vestita con lo sfarzoso vestito.
L'interpretazione del significato e della simbologia risulta ambigua anche se molti critici ritengono che la Venere nuda rappresenti
un tipo di amore celeste, mentre quella vestita, un amore terreno, la fecondità e la natura. Quel che è chiaro è che Tiziano voleva
raffigurare le due facce dell'amore, la sua componente dualistica costituita da castità e sessualità. Amore invece, posto tra le due
Veneri, mescola l'acqua che si trova all'interno della fontana-sarcofago. |
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Tiziano, Venere di Urbino, 1538, Firenze, Galleria degli Uffizi |
Il motivo della figura giacente della Venere rimanda alla "Venere dormiente" di Giorgione conservata a Dresda.
Il dipinto viene interpretato come un' allegoria dell'amore e della fedeltà coniugale. L'incarnato della Venere è dipinto con maestria,
infatti, Tiziano utilizza una vasta gamma cromatica che va dal giallo al rosso scuro, al blu, che si fondono in un color pesca, che all'occhio
risulta morbido e vellutato.
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