Riflessioni:



Quella che vive il protagonista di questa canzone è una fantasia per certi aspetti più vivida del reale.
Qualcuno ha detto che la più sublime forma di amore o di passione è quella che non troverà mai compimento.
Tale forma di desiderio porta inevitabilmente con sè frustrazioni e sofferenze.
“Non amo che la rosa che non colsi, non amo che ciò che poteva essere e non è stato” diceva Gozzano.
Tutti noi amiamo arrovellarci e perderci in pensieri fini a se' stessi. Quello che si consuma,
si compie,probabilmente, come dice la parola, si conduce a fine,mentre quella che resterà una fantasia
inespressa, nel caso che sia fortemente voluta, lascerà sempre acceso in noi un focolaio di desiderio sopito,
capace di risvegliasi con la minima scintilla.Questo tipo di amore, non dichiarato, o in altri casi,
come in quello della canzone, non dichiarabile è spesso rivolto a persone che ai nostri occhi possono
sembrare 'irraggiungibili'ed è forse per questo che si rivela una forma di passione quasi adolescenziale,
che tormenta con un rimuginamento costante per la disperazione avvertita per il fatto che il momento sognato
non arriverà mai. I personaggi di questa storia vivono con la loro mente due momenti diversi: sono distanti e sono
entrambi ignari del destino altrui che si sta compiendo. Ma sono anche paradossalmente vicini e legati da un filo rosso:
una sola di fronte alla morte, l'altro nella più triste condizione di solitudine di fronte alla vita
e nella consapevolezza di non saperlo accettare. Una volta consumato idealmente l'amore, anche il fiume che ha
travolto gli animi e ucciso le passioni si ritira colpevole entro i propri argini, quando ormai quello che
lascia è distruzione e il freddo di un dolore che non sa darsi pace. Questo amore dal mancato finale e troncato
a metà continua allora ad avere un seguito, ma solo nella mente di chi lo vive, quando è ancora ignaro di ciò
che nel frattempo è accaduto alla donna verso la quale erano rivolte le sue fantasie.





prima pagina