La Parigi "indipendente" del Novecento: Marc Chagall e Amedeo Modigliani

Parigi è, dal secondo Ottocento, la capitale delle arti dove sorge, si sviluppa e matura la maggior parte dei movimenti artistici più importanti d'Europa. Essa è culturalmente ricca e fiorente e, inoltre, i suoi mercanti d'arte sono intraprendenti e curiosi. Sono questi ultimi - e a Parigi più che altrove - piuttosto che la committenza tradizionale, a indirizzare il gusto e a promuovere gli artisti. La loro figura, infatti, associa indissolubilmente l'amante d'arte, l'intenditore, il collezionista, il gallerista, ma anche colui che si occupa di oggetti artistici per ottenerne un vantaggio economico. Parigi attrae artisti dall'Europa, dall'America e dal Giappone, a seguito del fascino e dagli stimoli offerti dalla città francese. Teatro indiscusso delle loro azioni e della loro vita è soprattutto Montparnasse, che ha ormai sostituito Montmartre quale quartiere degli artisti e dei poeti. Viene adoperato il nome di ècole de Paris per definire gli artisti stranieri presenti a Parigi agli inizi del Novecento, seppur non vi sia stata una omogeneità di intenti o ideali artistici, ma soltanto elementi come il cosmopolitismo dell'arte, la scelta individuale della ricerca artistica. Ciò che accomuna questi uomini, protesi ad affermare le proprie sensibilità e propensioni artistiche, è innanzitutto l'attaccamento a Parigi, sede elettiva e centro libera creatività.

Due fra i più importanti, ma anche i più artisticamente isolati e inimitati, sono il russo Marc Chagall e l'italiano Amedeo Modigliani.

Marc Chagall

Biografia

Chagall nasce a Lyozno, nei pressi di Vitebsk (Bielorussia) da una povera famiglia ebraica il 7 luglio 1887. I primi anni di studio li trascorre a Lyozno e successivamente alla Scuola Imperiale di Belle Arti di San Pietroburgo. Nel periodo che va dal 1910 al 1914 soggiorna a Parigi e nel 1911 espone le sue opere al Salon des Indépendants. Rientrato in Russia, è attivo durante la Rivoluzione d'Ottobre ma, in contrasto con l'influenze Kazimir Malevic è costretto ad abbandonare la direzione dell'Accademia di Vitebsk, da lui stesso fondata. Ritorna a Parigi e in seguito si muove presso Palestina, Italia, Inghilterra, Olanda e Spagna. Nel 1941 si trasferisce negli Stati Uniti e rientra in Francia solo nel 1948. Muore a Sain-Paul-de-Vence il 28 Marzo 1985.

Influenze e stile

Non appena Chagall arriva a Parigi, rimane stupefatto dal colore dei Fauves e dalle ricerche di Delaunay, forse il meno cubista dei Cubisti. L'incontro con l'Astrattismo e il Surrealismo è di rifiuto per il primo e solo tangenziale per il secondo. Il suo mondo poetico è alimentato da un mondo fantastico che si rifà all'ingenuità infantile e alla fiaba, tipicamente presente nella tradizione russa. Le sue figure, trasportate dal vento, si collocano in uno spazio dove ogni orientamento è annullato. Il sotto e il sopra si comparano in un atmosfera onirica, dove tutto è concesso. Il trattamento semplificato delle forme è elemento che ricollega l'artista al primitivismo della pittura russa dell'inizio del Novecento e che lo affianca alle esperienze della Goncarova e di Larionov. Con il tempo il colore di Chagall supera i contorni dei corpi espandendosi sulla tela. In tal modo il dipinto si costruisce per grandi macchie o fasce di colori, sul genere di quanto altri artisti prima di lui avevano fatto e per i quali, all'inizio degli anni Cinquanta, era stato coniato il termine di tachisme (da tache, macchia). La figura diviene, così, partecipe della stessa natura e queste delle forme create, mentre il colore proclama la sua assoluta e orgogliosa indipendenza dalla forma.

Opere


In Parigi dalla finestra del 1913 la Tour Eiffel vola sui tetti di Parigi quasi fosse pronta per decollare. Un trenino, rotte tutte le leggi di gravità, viaggia capovolto, e la mano blu di un uomo bifronte forse è intenta ad accarezzare il gatto umanizzato che è collocato sul davanzale. Alla patria russa, sempre ricordata, rinviano i fiori che ornano lo schienale della sedia.


L'anniversario, opera eseguita nel 1915, è una testimonianza gioiosa della felicissima vita coniugale di Marc Chagall che, proprio in quell'anno, aveva sposato la giovane Bella Rosengeld, che sarebbe stata la sua musa, la sua modella e la sua guida. Nel dipinto l'artista descrive con minuzia il caldo interno della sua abitazione con le stoviglie su un tavolo sotto la finestra, un divano, dei drappi appesi alle pareti. Da un fiammante pavimento rosso Bella, che reca in mano un mazzo di fiori - emblema del piacere sensuale nei dipinti di Chagall - procede verso sinistra quasi in leggera corsa. Il consorte ne anticipa i movimenti con un morbido fluttuare a mezz'aria, mentre, avendo ruotato innaturalmente il collo, la bacia con delicato trasporto. Il sogno è realtà e la felicità si somma al ricordo della vita serena a Vitebsk. La cittadina russa, d'altra parte, è un soggetto ricorrente nei dipinti di Chagall - spesso autobiografici - al pari delle capre e dei galli - che rammentano la vita semplice del luogo natio - dei suonatori, dei circensi, delle tradizioni e festività ebraiche.


L'opera Crocifissione bianca ricorda le influenze dell'arte classica del passato, provenienti dall'ammirazione di Chagall per i quadri rinascimentali con la figura di Cristo rasserenato e calmo in croce. La fascia posta obliquamente dietro la croce rappresenta la luce di Dio che protegge il suo figlio dall'orrore del mondo umano; ai piedi della croce è collocato il candelabro ebraico con le sette fiamme che, nonostante la tempesta, rimangono immobili. Chagall supera la riproduzione fedele presente all'interno dell'iconografia rinascimentale, e giunge a un personale senso profondo, come l'idea cristiana della vittoria sul caos e sul peccato della materia.
Chagall è diventato un artista ispiratore non solo nell'ambito pittorico: ad esempio la sua opera Le coq rouge ha influenzato l'autore del testo del brano Nel blu dipinto di blu, cantato dalla grande voce di Domenico Modugno, che allego qui per il vostro ascolto:

Amedeo Modigliani

Biografia

Amedeo Modigliani nasce a Livorno il 12 luglio 1884 da una famiglia ebrea. Essendo di salute cagionevole interrompe i corsi di studi regolari e dal 1898 si dedica completamente alla pittura, frequentando nel 1902 la Scuola Libera di Nudo di Firenze e nel 1903 quella di Venezia. Nel 1906 si trasferisce a Parigi dove ha modo di aggiornarsi sulle ultime tendenze artistiche. Il primitivismo, in particolare, che si ispirava alle sculture africane e polinesiane, fu per lui un importante punto di riferimento. Distrutto dalla tubercolosi e dall'alcol, Modigliani muore il 24 gennaio 1920 a soli 36 anni. Il giorno dopo la sua giovane compagna, Jeanne Hébuterne, si toglie la vita.

Influenze e stile

A Parigi l'artista livornese, che affascinava chiunque per la straordinaria prestanza fisica, conduce una vita disordinata, tormentato dalla miseria e dalle inquietudini. Inizialmente si dedica alla scultura, alla quale, comunque, rinuncia molto presto per creare soprattutto nudi e ritratti, ricorrendo a un disegno dalla linea fluida e guizzante e a un nuovo, raffinato senso delle proporzioni. L'interesse primario dell'artista, pertanto, è concentrato sull'immagine. Tale atteggiamento fa sì che dopo la prima esposizione italiana di sue opere (Biennale di Venezia del 1922) la cultura artistica della Penisola - che lo aveva ignorato quando era in vita - lo percepisca come prossimo alle poetiche del «richiamo all'ordine» e della solennità compositiva: parte della tradizione pittorica classicista italiana, quindi. L'esposizione dei suoi dipinti in una sala a lui dedicata alla XVII Biennale del 1930 fu, infine, un trionfo. Tuttavia il classicismo di Modigliani, ben lungi dall'essere imprigionabile in un ambito di ricerca prettamente italiano o dagli orizzonti limitati, partecipa di quella più generale, internazionale e articolata vicenda che vede come attori anche Matisse e Picasso i quali, nel corso degli anni Venti e Trenta, hanno vissuto anch'essi - al pari di altri artisti - un loro periodo fortemente intriso di classicità.

Opere


Realizzato nel 1917 e forse esposto alla personale di Modigliani alla Galleria di Berthe Weil il 3 dicembre di quello stesso anno, con grande scandalo di visitatori, Nudo disteso con i capelli sciolti mostra una giovane donna nuda e semidistesa. Il busto è sollevato tramite dei cuscini verdi, sui quali poggia anche il braccio destro piegato. La gamba destra è distesa, mentre la sinistra è flessa e sollevata, secondo un rispolverato chiasmo classico; la mano sinistra, infine, è tenuta sull'inguine a coprire il sesso. Il volto e il collo, allungati - come in tanta produzione di Modigliani - sotto l'influenza della scultura primitiva africana, sono incorniciati dai neri capelli sciolti sulle spalle. Lo sguardo franco e solo appena ammiccante - come suggerisce la lieve asimmetria delle labbra - è diretto verso l'osservatore e tradisce una sensualità che esplode nella morbidezza delle curve, nei seni turgidi e nel caldissimo colore rossastro del corpo. Al vibrante erotismo dei nudi, studiati dall'artista con occhio e mente virginali - non a caso Modigliani aveva vissuto come la «violazione di una santuari» l'ingresso nel suo atelier del mercante Zborowski, lì entrato, non invitato, solo per vedere una ragazza che posava nuda - corrisponde a una capacità inusuale di ritrarre con semplicità e candore l'innocente esistenza dei bambini.


Bambina in blu data al 1918 e raffigura una bimbetta in piedi contro un muro disadorno. Il piccolo volto dalle gote floride è illuminato dai grandi occhi celesti e dal colletto bianco, mentre guarda con serietà il pittore. Questi costruisce il dipinto incardinando la figura in uno spazio prospettico. Tuttavia ogni rigidezza geometrica si stempera nel celeste dei muri che partecipano dello stesso colore dell'abitino indossato dalla bambina che, quasi carezzata dai colori, pare infine brillare di luce propria.


Alla ritrattistica Modigliani ha dedicato gran parte della sua breve e intensa vita. I suoi soggetti sono persone scelte a caso, altre volte sono veri committenti e più spesso degli amici. In ciascuna persona ritratta l'artistica cerca sempre di definire le forme in modo che parlino dell'anima che racchiudono - ciò è specialmente vero quando Modigliani ritrae i numerosi amici - o trasferisce loro la propria di anima, tormentata e malinconica. Amedeo Modigliani conobbe Jeanne Hébuterne nell'aprile 1917. La loro unione, passionale e travolgente, durò poco meno di tre anni, durante i quali l'artista la ritrasse molte volte. Il dipinto omonimo, Jeanne Hébuterne, che la mostra con un cappello a larghe tese, che sembra isolarla dall'ambiente circostante e quasi proteggerla, risale al 1918. L'atteggiamento pensoso che la contraddistingue, per quel portare due dita al mento è reso malinconico dal piegare la testa, come nelle tavole e nei disegni di Botticelli. Gli occhi senza pupille sono due fessure chiare che rivelano all'osservatore l'interiorità di Jeanne, donna appassionata e sensibile compagna dell'artista.

Come Chagall, anche Modigliani ha costituito un ruolo centrale all'interno dell'arte contemporanea e la sua ispirazione raggiunge anche altri campi culturali come il cantautorato. Segue un pezzo estratto dal primo album di Vinicio Capossela, dedicato al grande pittore e scultore livornese: