Leonardo da Vinci


E' sabato 15 aprile 1452, quando nel borgo di Vinci, situato tra Empoli e Pistoia, nasce Leonardo. Il padre è Ser Piero D'Antonio, notaio, la madre una donna di Anchiano, che andrà sposa ad un contadino, lasciando il figlio al padre naturale. Nonostante Leonardo sia figlio illegittimo, Ser Piero lo accoglie nella sua casa al pari di un figlio riconosciuto e lo educa con affetto. Quando Leonardo ha sedici anni, Antonio, il padre di Ser Piero, muore e la famiglia si trasferisce a Firenze. Leonardo offre già segni delle sue straordinarie capacià ed è per questo che il padre lo manda a bottega da Andrea Verrocchio, il miglior pittore del tempo, ottimo maestro affermato anche come scultore ed orafo. L'attività di Leonardo presso il Verrocchio non è ben chiara, sembra che egli abbia collaborato alla tavola del "Battesimo di Cristo" per San Salvi a Firenze. E' il 1472 quando Leonardo, a vent'anni, risulta iscritto come maestro nella Compagnia dei Pittori. E', dunque, certo che non fosse più apprendista del Verrocchio, per quanto non avesse ancora lasciato la bottega. Le sue straordinarie doti artistiche si ravvisano subito: la curiosità che lo rende genio senza pari, la dimestichezza nello spaziare attraverso tutte le discipline, le sue cognizioni scientifiche e il desiderio di apprenderne sempre di più si manifestano già in giovane età. La sua prima opera, datata 1473, è un disegno con una Veduta della Val d'Arno. Nello stesso periodo, dipinge il ritratto della nobildonna Ginevra de' Benci, la "Madonna del garofano" (1474-1478 ) e l'"Annunciazione" degli Uffizi. Nel 1480 entra a far parte dell'Accademia del Giardino di San Marco, patrocinata da Lorenzo il Magnifico. Lo stesso anno gli viene commissionata l'"Adorazione dei Magi" per la chiesa di San Giovanni Scopeto, fuori Firenze. La città di Firenze comincia a rivelarsi luogo troppo ristretto, artisticamente, per le ambizioni di Leonardo. Alla notizia che il suo nome non è tra i quattro coinvolti nella realizzazione della Cappella Sistina a Roma, Leonardo decide di partire per altre mete. Nel 1482 si presenta a Ludovico Sforza, Duca di Milano, descrivendosi principalmente come uomo di scienza, ingegnere e ideatore di macchine belliche. Lo Sforza lo accetta a corte dandogli la residenza in Porta Ticinese, con i fratelli De Predis. Nel 1483 realizza uno dei suoi numerosi capolavori: la "Vergine delle Rocce", dipinta in due versioni, oggi custodite a Londra e Parigi. Nel frattempo, lavora al monumento bronzeo equestre per Francesco Sforza. Sempre per la famiglia Sforza attende alle decorazioni del Castello di Milano, in occasione del matrimonio tra Gian Galeazzo Sforza con Isabella d'Aragona (1489-1490). Alla sua attività di magnifico artista, affianca l'abile capacità ingegneristica e, nel 1494, porta a termine la bonifica della tenuta sforzesca nella bassa lombarda. Solo un anno dopo, inizia l'affresco del "Cenacolo" nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie. L'opera assorbe le sue energie in modo quasi esclusivo, tanto che vi lavora assiduamente fino al 1498. Nel 1499, le truppe del re di Francia Luigi XII invadono Milano: Leonardo è costretto a fuggire ed a trovare asilo a Mantova prima, a Venezia poi. Nei primi anni del Cinquecento torna alla sua città, Firenze, e dipinge, accanto a Michelangelo, il Salone del Consiglio grande nel Palazzo della Signoria. Qui realizza la magnifica "Battaglia di Anghiari" (1503), che però lascia incompleta. Sembra che il non riuscire a concludere un'opera diventi cifra stilistica di quegli anni: Leonardo è ossessionato dalla perfezione e dalla ricerca di una nuova tecnica pittorica. Anche la celebre "Gioconda", dipinta in quegli anni, sembra rimanere incompiuta. Continua instancabile a viaggiare, nel 1506 è di nuovo a Milano, poi, sempre più spesso, a Roma. Nel 1513 Francesco I di Francia lo invita a corte ad Amboise. Accolto con molti onori, il maestro attende ai progetti per alcuni festeggiamenti e coglie l'occasione per proseguire la sua ricerca idrologica, iniziata anni prima presso gli Sforza. Nel 1519, il 23 aprile, egli sente prossima la fine e decide di redigere un commovente testamento, nel quale non dimentica di citare tutti coloro che gli sono stati vicini. La morte giunge infatti il 2 maggio del 1519: il suo corpo viene sepolto a San Fiorentino ad Amboise, da dove però scomparirà, senza lasciare traccia, a causa delle profanazioni di tombe durante le guerre religiose del XVI secolo.


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