Due giorni a Ronda

INTRODUZIONE

Arroccata su un'altopiano dell'entroterra e circondata dalla bellissima Serranìa de Ronda, la città vanta la posizione più suggestiva di tutti i pueblos blancos. Sebbene si trovi a una sola ora a nord della costa del Sol, Ronda costituisce un vero mondo a parte rispetto alla vita che si svolge sul litorale. Con i suoi scenari spettacolari e l'antica e pittoresca città araba, Ronda vanta un'importante patrimonio di romantiche tradizioni popolari e non ha mancato di esercitare il suo fascino suggestivo su diversi viaggiatori celebri, tra cui Dumas e Hemingway. Per la maggior parte dell'epoca della dominazione araba la cità fu capitale di un piccolo stato indipendente e la sua posizione inespugnabile, la tenne al riparo dalla Reconquista cristiana.

Primo giorno:

Dopo essere atterata all'aereoporto di Granada, ho preso il treno alla volta di Ronda. Uscita dalla stazione l'attenzione viene subito catturata dal Puente Nuevo che attraversa il Tajo partendo da Plaza de Espagna, la più grande della città. La leggenda vuole che l'architetto che la progettò Martìn de Aldiehuela morì precipitando nella gola mentre cercava di incidere la data di costruzione sulla spalletta del ponte. Anche Hemingway nel decimo capitolo del suo capolavoro "Per chi suona la Campana" racconta di come, all'inizio della guerra civile spagnola i fascisti di una piccola città fossero stati catturati e flagellati dagli abitanti in Plaza de Espagna e in seguito gettati giù dalla rupe. L'episodio si basa su fatti realmente accaduti a Ronda. La prima strada che si incontra dopo aver attraversato il ponte conduce in discesa fino alla casa del Rey Moro. Questa residenza settecentesca , probabilmente costruita su i resti di un palazzo arabo è chiusa al pubblico; si possono tuttavia visitare i suoi giardini sull'orlo della rupe e scendere i duecento gradini scarsamente illuminati di La Mina, una scalinata di epoca araba scavata nella roccia che arriva fino in fondo alla gola. Una volta risalita mi sono diretta verso Plaza Marìa Auxiliadora, da cui si gode un'ampio panorama, dove consiglio vivamente di fermarsi in uno dei tanti caratteristici caffè in cui possiamo scegliere tra una lunga lista di tè, caffè e prime colazioni godendo del panorama della campagna andalusa. Poco lontano sorge il Palacio de Mondragòn costruito per il signore di Ronda, che oggi ospita un interessantissimo museo. Da li è possibile raggiungere un piccolo giardino dove divertenti figure in cera riproducono lo stile di vita dell'epoca. A pochi passi dal palazzo si ammira la Iglesia de Santa Marìa La Mayor che sorge sul sito dell'antica moschea di Ronda. La torre e le belle gallerie adiacenti risalgono all'epoca della dominazione araba. Nei pressi si trova l'interessante museo del Bandolero, dedicato al banditiscmo, per il quale l'Andalusia centrale era tristemente nota nel XIX secolo. Dopo essermi abituata agli orari (tardi) dei pasti in Spagna e perfettamente in orario per un pranzo verso le 15.00 mi sono fermata alla Taperìa Pedro Romero, che consiglio vivamente sia per le specialità culinaria che per la tipica atmosfera al suo interno. Nelle immediate vicinanze si trovano le imponeti mura antiche della Ciudad; una lunga rampa di scale conduce ai Bagni Arabi che risalgono al XIII- XIV secolo. Seguendo il lato settentrionale del vicino Puente Viejo si può risalire fino a Plaza de Espana. Infine ho voluto curiosare anche nell'elegante arena di Ronda, una delle più antiche di tutta la Spagna.
Dintorni di Ronda