"ARTE COME TERAPIA"



un tentativo di chiarire a me stesso in che relazione sto con la vita.
Fondamentalmente una specie di egoismo
ma non perdo la speranza che grazie ad essa riuscirò ad
AIUTARE ALTRI
a vedere più chiaro.

(Edward Munch)












COSA SI INTENDE PER ARTE?



  1. L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana ,svolta singolarmente o collettivamente che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna (in quella che convenzionalmente viene definita arte contemporanea) è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni artistiche, pur puntando a trasmettere "messaggi", non costituiscono un vero e proprio linguaggio, in quanto non hanno un codice inequivocabile condiviso tra tutti i fruitori, ma al contrario vengono interpretate soggettivamente.


  2. Nel suo significato più sublime l'Arte comprende ogni attività umana creativa di espressione estetica, priva di uno o più di quei pregiudizi da parte dell'artista che compie l'opera (o del gruppo di artisti) rispetto alla sua situazione sociale, morale, culturale, etica e religiosa che le masse del suo tempo stanno invece subendo.


  3. L'Arte indica l'espressione estetica della propria interiorità.




  4. Diverse sono quindi le definizioni che sono state date del concetto di arte,i sopracitati sono solo alcuni esempi. Tra quelli che ho riportatoi la formulazione più indicativa per rendere più facilmente comprensibile ciò che ha portato alla nascita e allo sviluppo dell'ARTETERAPIA è sicuramente l'ultima. Inoltre credo che sia quella che maggiormente si avvicina al mio modo di pensare. In poche parole viene espressa quella che secondo me è l'essenza di ogni forma d'arte. Non si può parlare di arte senza prendere in considerazione l'interiorità di colui che dà forma all'opera d'arte.








    STUDIARE STORIA E TUTELA DEI BENI ARCHEOLOGICI ARTISTICI ARCHIVISTICI E LIBRARI



    Quanti termini,quanti concetti e quante diverse discipline racchiude la definizione di questo corso di laurea. Ogni volta che qualcuno mi chiede:”cosa studi?”,io sintetizzo con:”Storia dell’Arte”. E le risposte che solitamente mi sento dare sono:”bella,ma a cosa ti servirà nella vita?”,”ah storia dell’arte,e quindi?”,”ah vabbé hai scelto storia dell’arte perché volevi provare la vita universitaria e ti sei scelta una facoltà così,a caso???” oppure talvolta non serve neanche che chi ho di fronte parli,si capisce dalle facce che fanno che mi etichettano come “fannullona,nullafacente”.
    Ovviamente non sono solo queste le reazioni che ricevo parlando di ciò che ho scelto per un mio possibile futuro.
    C’è anche chi evita di dare giudizi e “sentenze” immediate e si avventura nella discussione chiedendomi perché,cosa mi ha spinto a scegliere questa disciplina in mezzo ad altre mille possibilità probabilmente più concrete soprattutto pensando ad aspetti più materiali e specie ad una stabilità futura.
    Essendo una ragazza disponibile,aperta ad ogni tipo di discussione,noncurante del fatto che altri possano giudicarmi adoro dare spiegazioni e se possibile anche far cambiare idea a gente che mostra di avere pregiudizi nei miei confronti e nei confronti di quello che faccio, e talvolta il risultato è positivo!
    Sin da quando ero piccola ho sempre mostrato un interesse particolare per “l’arte”,arte?cos’è ?cos’è che gli altri intendono per arte? Sono quesiti,ai quali secondo il mio misero parere è difficilissimo rispondere.
    Ognuno in sé ha una propria risposta per definire questo concetto,anche inconsapevolmente,anche in maniera non per forza positiva … (cos'è l'arte?)
    La mia passione verso questa disciplina prevalentemente nei confronti di quelle che vengono chiamate “arti figurative” (disegno,pittura,scultura) nasce da una sorta di esigenza.
    Mi sono avvicinata a tutto ciò in maniera assolutamente egoistica: disegnare,dipingere, mi faceva star bene.
    Di fronte ad un foglio bianco avendo a disposizione qualche colore riuscivo ad esprimere quello che sentivo dentro che a parole sarebbe stato impossibile e inoltre lo consideravo anche un modo per farmi in un certo senso capire dagli altri (gli altri che quando ero piccola,si limitavano ad essere i miei genitori) e talvolta riuscivo nel mio intento. Dopodichè crescendo mi sono appassionata alla storia dell’arte in generale,inizialmente poiché colpita dalla bellezza dalle opere di quei grandi artisti che hanno “dipinto le pagine di migliaia di libri e non solo a partire dai secoli più remoti” poi è nato in me una sorta di spirito critico nei confronti di queste “manifestazioni artistiche”. Di fronte ad un quadro,a a una scultura mi ponevo delle domande gran parte delle quali iniziavano con “perché???”:perché ha fatto così?perchè ha scelto questi colori?perchè questo formato e questo supporto?...
    E’ questa la motivazione che in quinta liceo mi ha spinto a compiere la scelta della facoltà che sto facendo. Studiando,leggendo libri,entrando in contatto più diretto con le opere d’arte e anche con parsone che hanno scelto di dedicare all’arte la propria esistenza sono riuscita (parzialmente ovviamente) a dare qualche risposta ai perché che sono balenati nella mia testa per molto tempo. Ho scoperto che molti dei grandi artisti,per non dire gran parte, protagonisti dei manuali di storia dell’arte si sono avvicinati a tali discipline per esprimersi,per sfogarsi,per dire al mondo “esisto anch’io”,per isolarsi in un proprio microcosmo,quindi, per esigenze che convergono in una sorta di assoluto egoismo. Giunta a queste conclusioni mi sorge spontaneo un altro quesito: “quindi è vero che l’arte può aiutare??” Stando alla mia personale esperienza la risposta è ovviamente positiva ma anche i più grandi si sono lasciati supportare da questa disciplina quindi la risposta è ovviamente : “SI”… e di nuovo un altro quesito: perché non utilizzare queste forme di espressione per porre una mano a chi ne ha veramente bisogno,a chi vive situazioni difficili,problematiche di vario genere o anche semplicemente per divertire per vedere qualcuno tornare a sorridere.
    E’ da qui che nasce l’ARTETERAPIA,questi sono gli obiettivi che si pone questo nuovo metodo psico-terapeutico,ed è da qui che nasce la mia assoluta stima e fiducia nei confronti delle possibilità di tale metodo che intendo approfondire.





    COS'E' L'ARTETERAPIA








    L'arteterapia include l'insieme delle tecniche e delle metodologie che utilizzano le attività artistiche visuali (e con un significato più ampio, anche musica, danza, teatro, marionette, costruzione e narrazione di storie e racconti) come mezzi terapeutici, finalizzati al recupero ed alla crescita della persona nella sfera emotiva, affettiva e relazionale. E' dunque un intervento di aiuto e di sostegno a mediazione non-verbale attraverso l'uso dei materiali artistici e si fonda sul presupposto che il processo creativo messo in atto nel fare arte”produce benessere, salute e migliora la qualità della vita. Attraverso l'espressione artistica facilitata da un arteterapeuta adeguatamente formato è possibile incrementare la consapevolezza di sé, fronteggiare situazioni di difficoltà e stress, esperienze traumatiche, migliorare le abilità cognitive e godere del piacere che la creatività artistica, affermando la vita, porta con sé. l'arte come terapia viene concepita come mezzo di sostegno dell''Io, ed espressione del Sé, in grado di favorire lo sviluppo di un senso di identità e promuovere una generale maturazione ed integrazione. Viene posta grande attenzione al processo artistico, senza interpretare il prodotto (questo significa quest'altro), poiché è l'atto di produrre un'impronta creativa a rendere terapeutico il percorso verso l'integrazione. Queste impronte (i prodotti dell'attività creativa) possono poi certamente dare all'operatore una chiave per capire il modo in cui l'individuo incontra e decifra la realtà, e aiutarlo nel fare chiarezza, ma questo non è che una traccia, un'indicazione delle possibilità che si aprono in una fase successiva del processo. Per poterla praticare, non sono necessarie precedenti esperienze o competenze di tipo artistico; non è questo il contesto in cui possano emergere giudizi di tipo estetico, poiché ogni espressione dell'anima e della propria umanità, fosse anche solo un semplice segno o un insieme caotico di linee e colori, è manifestazione autentica di un sentire profondo e come tale, di valore inestimabile. L'arte è per sua natura sensoriale, cioè corporea (sensazioni visive, acustiche, tattili, olfattive, percezione ed organizzazione dello spazio) e coinvolge emozioni e processi cognitivi che attraverso vari linguaggi creativi ed il processo di simbolizzazione trovano espressione, dando forma all'esperienza. L'arte è, in sostanza, un uso particolare di linguaggi in cui l'organizzazione dell'esperienza sensoriale si carica di profondi contenuti interni alla persona. Mi piace pensare ai “sensi” come a “porte” attraverso le quali l'uomo conosce il mondo, lo porta dentro di sé, lo rielabora in una propria rappresentazione, per poi restituirlo e comunicarlo di nuovo all'esterno, in un processo circolare di continua decostruzione e ricostruzione. In questo modo, i canali sensoriali diventano le prime vie attraverso le quali stimolare l'apprendimento (funzioni cognitive), ma anche attraverso le quali comprendere le rappresentazioni interne del mondo degli individui e sostenerne il processo di trasformazione. In arteterapia, il fulcro è legare gestualità, espressività, immaginazione, emozioni, attraverso esperienze di pittura, danza, musica nella forma della produzione diretta; oltre a ciò, il lavoro arteterapeutico non può essere indipendente da un lavoro sul "contatto personale" che anima tutte le esperienze effettuate con i diversi linguaggi. L'arte rende possibile “vedere”ed “esprimere”molto più di quello che le parole possono fare, poiché si tratta di una comunicazione densa di significato intrinseco, che viene percepita emotivamente, anche da chi ne fruisce, in modo diretto. Essa incorpora idee, sentimenti, sogni, aspirazioni; narra e veicola un'ampia gamma di emozioni, da immensa gioia a profondo dolore, dal trionfo al trauma. In tal senso l'arte serve come mezzo di comprensione, di attribuzione di senso e al fine di chiarire esperienze interiori senza parole, che spesso sono insufficienti o mancano nel descrivere i propri vissuti, oppure possono servire da copertura e come tali non permettere un contatto profondo con il proprio mondo interiore. Condividere l'esperienza di un laboratorio espressivo di arteterapia offre ai partecipanti l'opportunità di godere del piacere di creare con materiali artistici, di esprimere e rielaborare sentimenti, pensieri, vissuti, attraverso il linguaggio non-verbale dell'arte visuale e plastica. Non essendo finalizzata alla produzione di un “bell'oggetto”, aspetto più ricreativo ed artigianale relativo ad altri ambiti e metodologie d'intervento, l'arteterapia rende possibile comunicare e scambiarsi impressioni, ricordi, stati d'animo, immagini reali o fantastiche. "Il linguaggio di forma e colore - dice lo psichiatra Vittorino Andreoli - va privilegiato in una società tutta incentrata sul linguaggio parlato e scritto". Infatti, mentre le parole implicano la concettualizzazione e la verbalizzazione del disagio, e possono mentire, nascondere, o dimenticare, le immagini non mentono: sono immediate, autentiche, partono dal profondo ed è più facile esprimerle perché non creano barriere di difesa. Tutto ciò avviene in un contesto sicuro e di incontro con altri esseri umani, in cui l'attività viene facilitata dalla relazione fra un arteterapeuta, i partecipanti e il gruppo. Questo è un aspetto fondamentale e delicato di ogni contesto educativo poiché non esiste crescita al di fuori di quell'humus fertile che sono le relazioni costruttive tra persone.



    riporto qui il link di un'associazione di arteterapueti da consultare per maggiori informazioni su come è gestito e funziona un laboratorio di arteterapia

    link




    torna all'inizio