Indaco tuareg.
Dune sabbiose e indaco tuareg.
Contrasto armonioso che mi scolpisce gli occhi.
Occhi e sabbia. Sabbia e pelle.
La fortuna non parla nessuna lingua.
ANTICO DETTO BERBERO
Che luce soffusa, per niente simile alla costa azzurra ma così decorativa! Come tutto è nuovo, difficile da rendere con il blu, il rosso, il giallo e il verde!
HENRI MATISSE
Henri Matisse
Matisse realizza in Marocco il desiderio di fondere astrazione e realtà affinché la sacralità si unisca alla materialità. Con questo viaggio dirà di aver compiuto tale transizione e di aver preso contatto con la natura, meglio di quanto gli avesse permesso una teoria viva, ma limitante, come il fauvismo.
Il suo disegno si affina, le prospettive si schiacciano e le forme si livellano per eliminare tutto ciò che di superfluo entra nella tela. Luoghi e immagini determinanti per tutta la sua opera successiva che manterrà i segni della libertà raggiunta , dell’esuberanza, dello spazio denso e caldo: ecco, dunque, i suoi quadri spirituali, ricettacolo delle universali emozioni dell’essere umano.
Ne Il caffé marocchino, una delle principali opere di grande formato eseguita nel 1913, rappresenta sei uomini seduti sul pavimento di un piccolo caffé nella kasba (proprio come capita vederli seduti e rilassati quasi un secolo dopo!) con i volti e le membra sparsi di pennellate ocra, che si parlano da un lato all’altro della tela. Si allontana, l’artista, dall’esotismo accademico e aneddotico, esprimendo l’assenza contemplativa dei personaggi, riducendolo a impersonali segni plastici.
Fes Meknes Merzouga Rissani Marrakech Essaourira Sidi Kouki Essaouira Marrakech Fes
Tante tappe e qualche ritorno.
Vi lascio con uno scatto che rende la semplicità delle genti che calpestano il variegato territorio maghrebino, con la presunzione che questi pochi stimoli vi spingano a scoprire l’avventura del Marocco, per ascoltare una lingua diversa, abituandosi ad odori troppo intensi e a strizzare gli occhi sotto un sole di una luce incredibilmente pervasiva.