odori persone voci colori
marocco
Ecco un Altrove insieme ammaliante e temibile, incantevole pur anche nella sua languida decadenza, anche solo per chi sa viaggiare con la fantasia.




Questa pagina vuole presentare agli internauti la splendente terra marocchina con lo sguardo, i pensieri di una viaggiatrice, con qualche dipinto giovanile di un pittore,
Paul Klee, e con le parole dei numerosi scrittori che si sono fermati a contemplare, a riflettere su un paese interpolato da innumerevoli culture, attraversato da odori forti, musicato da note antiche.


Anche lui era cieco e, a giudicare dagli stracci di cui era vestito, si trattava di un mendicante. Ma le sue guance erano piene e arrossate, le sue labbra sane e umide.
Il vecchio teneva la mano destra un po’ staccata dal corpo. Le dita della mano erano tutte molto separate una dall’altra. Sembravano paralizzate, come se non potesse chiudere la mano.
ELIAS CANETTI. LE VOCI DI MARRAKECH

Elias Canetti

Indaco tuareg.
Dune sabbiose e indaco tuareg.
Contrasto armonioso che mi scolpisce gli occhi.
Occhi e sabbia. Sabbia e pelle.


La fortuna non parla nessuna lingua.
ANTICO DETTO BERBERO





Che luce soffusa, per niente simile alla costa azzurra ma così decorativa! Come tutto è nuovo, difficile da rendere con il blu, il rosso, il giallo e il verde!
HENRI MATISSE

Henri Matisse


Matisse realizza in Marocco il desiderio di fondere astrazione e realtà affinché la sacralità si unisca alla materialità. Con questo viaggio dirà di aver compiuto tale transizione e di aver preso contatto con la natura, meglio di quanto gli avesse permesso una teoria viva, ma limitante, come il fauvismo.
Il suo disegno si affina, le prospettive si schiacciano e le forme si livellano per eliminare tutto ciò che di superfluo entra nella tela. Luoghi e immagini determinanti per tutta la sua opera successiva che manterrà i segni della libertà raggiunta , dell’esuberanza, dello spazio denso e caldo: ecco, dunque, i suoi quadri spirituali, ricettacolo delle universali emozioni dell’essere umano.
Ne Il caffé marocchino, una delle principali opere di grande formato eseguita nel 1913, rappresenta sei uomini seduti sul pavimento di un piccolo caffé nella kasba (proprio come capita vederli seduti e rilassati quasi un secolo dopo!) con i volti e le membra sparsi di pennellate ocra, che si parlano da un lato all’altro della tela. Si allontana, l’artista, dall’esotismo accademico e aneddotico, esprimendo l’assenza contemplativa dei personaggi, riducendolo a impersonali segni plastici.









Fes Meknes Merzouga Rissani Marrakech Essaourira Sidi Kouki Essaouira Marrakech Fes

Tante tappe e qualche ritorno.
Vi lascio con uno scatto che rende la semplicità delle genti che calpestano il variegato territorio maghrebino, con la presunzione che questi pochi stimoli vi spingano a scoprire l’avventura del Marocco, per ascoltare una lingua diversa, abituandosi ad odori troppo intensi e a strizzare gli occhi sotto un sole di una luce incredibilmente pervasiva.