La vita e la formazione

Jacopo Carrucci, detto dal luogo di origine il Pontormo, nasce a Pontorme (Empoli) nel 1494 e muore a Firenze il 31 Dicembre 1556 o il 1 Gennaio 1557.
Il Pontormo condusse una vita molto solitaria fin dall'inizio, data la morte prematura dei famigliari, e pure per il resto della sua esistenza trascorsa relegato in una specie di mansarda in Via Laura, irraggiungibile se non tramite una botola.
Queste caratteristiche comportamentali del Pontormo, e le sue esigenze di solitudine, lo fecero considerare già dai contemporanei un lunatico asociale. Si riconosce comunque, alla luce dei documenti e in particolare in base a quello che ci fornisce la biografia del Vasari, che il Pontormo soffriva certamente di una forma di agorafobia, paura ovvero della folla e del contatto con le persone. Per questa ragione il Pontormo ci appare come una figura di artista moderno e non integrato col resto del mondo, e da qui certamente il fascino del personaggio e delle sue pitture malinconiche e infinitamente tristi.
Durante la sua vita, il Pontormo lavorò prevalentemente a Firenze o nei circondari, come presso la Certosa del Galluzzo, in corrispondenza della peste, o nella Villa dei Medici a Poggio a Caiano.
Morì nel 1556/7, a detta del Vasari per il dolore procurategli dalla insoddisfazione e delusione per una sua opera, oppure (sempre secondo il biografo) per una idropisia a 65 anni.

Per quanto riguarda la sua formazione, sappiamo che il Pontormo ha lavorato presso le botteghe di grandi maestri: Leonardo Da Vinci, seguito da Piero di Cosimo e infine Andrea del Sarto, dal quale ha ereditato quella sua linea fluida e la dolcezza delle figure.
Un grandissimo allievo del Pontormo che necessita di essere almeno citato è il Bronzino, il quale collabora alla realizzazione della Cappella Capponi in Santa Felicita, e che termina gli affreschi perduti del Pontormo nella chiesa di San Lorenzo.




Autoritratto del Pontormo




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