Il Palazzo Farnese di Caprarola


Il giorno di Pasqua sono stata in visita al Palazzo Farnese di Caprarola, un paesino di circa 5000 abitanti della provincia di Viterbo, in prossimità del Lago di Vico. Venendo da Roma, si raggiunge percorrendo la via Cassia verso Nord e poi proseguendo per la via Cassia Cimina. Giunti all'ingresso del paese, la Via Diritta apre la visuale verso il Palazzo Farnese, in cima al colle su cui si sviluppa il centro abitato.

Il primo progetto dell'edificio fu voluto dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio, che lo affidò nel 1530 all'architetto Antonio da Sangallo. L'investitura pontificia del cardinale a Papa Paolo III nel 1534 fece interrompere la costruzione. Fu il nipote del cardinale, suo omonimo, che volle riprendere l'edificio, innamoratosi di Caprarola e della sua posizione strategica. Nel 1559 ricominciarono i lavori, affidati a Jacopo Barozzi detto il Vignola che riprese le fondamenta a pianta pentagonale costruite quasi 30 anni prima, più per una fortezza che per un palazzo nobiliare. Gli spazi vennero concepiti secondo criteri ed esigenze ben precise, tra cui la divisione degli ambienti in due zone: quella estiva a nord, e quella invernale ad ovest.


Nell'area dell'attuale biglietteria, vi erano gli Interrati del Palazzo, dove erano disposte le cucine (purtroppo chiuse al pubblico), i magazzini e i servizi per la servitù. Qui si collega anche la Scala regia, una grande scala elicoidale che conduce al piano superiore costituita da insoliti gradini molto larghi e bassi, probabilmente per permettere al cardinale di <<raggiungere le camere da letto persino a cavallo>>, come disse l'architetto stesso. La scala rappresenta un elogio crescente nei confronti del cardinale, che culmina col trionfo farnesiano sulla volta della scala: lo stemma dorato con sei gigli azzurri.

In cima alla scalinata si apre il cortile interno del palazzo, di forma circolare, composto da due porticati sovrapposti. Il cortile arrotonda il pentagono esterno e allo stesso tempo ribadisce la sua perfezione geometrica, ma riporta anche una funzione pratica, quella di permettere le manovre alle carrozze.





Il piano nobile è l'unico visitabile. Si divide in sale di rappresentanza ed appartamenti privati. Gli affreschi sono opere di alcuni importanti pittori del '500. La prima sala di rappresentanza è la Sala d'Ercole. Nell'affresco del soffitto, opera di Federico Zuccari vediamo raffigurato l'episodio mitico di Ercole nel lago di Vico, il quale, secondo la leggenda, ebbe origine dalla clava che l'eroe infisse nel terreno per sfidare gli abitanti del luogo; nessuno riuscì a rimuoverla. Quando lo fece Ercole, sgorgò un enorme getto d'acqua che andò a riempire la valle formando così il lago. Le pareti ospitano riquadri affrescati con i vari domini della famiglia Farnese. Il soffitto, quindi, è il culmine della celebrazione del cardinale Farnese, il quale, avendo bonificato parte dei territori circostanti il lago, si pone come nuovo Ercole che porta alla fioritura la zona di Caprarola.









Si prosegue nella Cappella, una sala circolare immersa in una luce soffusa, per le poche finestre con vetri colorati. Tra gli affreschi parietali di tema religioso, troviamo anche due apostoli i cui volti sono i ritratti di Taddeo Zuccari e Jacopo Barozzi, rispettivamente uno dei pittori e l'architetto del palazzo.











La sala successiva è quella dei Fasti Farnesiani, i cui affreschi di Taddeo Zuccari riportano scene celebrative della famiglia Farnese, come l'incontro di Alessandro Farnese con Carlo V a Worms.



La sala del Concilio è decorata con affreschi riguardanti il Concilio di Trento, aperto proprio da Papa Paolo III Farnese nel 1545.




Vi è poi il Gabinetto dell'Hermatena, una sala a pianta ovoidale dedicata alle riunioni ufficiali, il cui soffitto è affrescato con la figura mitologica dell'Hermatena, unione appunto di Hermes, l'eloquenza, e Atena, la sapienza.






















Si arriva alla sala probabilmente più affascinante dell'edificio: la Sala del Mappamondo, alle cui pareti è riprodotta la mappa del mondo e i particolari dei continenti fino ad allora conosciuti (quindi esclusa l'Oceania) e della penisola italiana.



Il soffitto è invece affrescato con una volta celeste con i simboli delle costellazioni.



Si prosegue con gli appartamenti, le cui sale più affascinanti sono sicuramente quella dei Sogni e quella dell'Aurora.
La visita si conclude nei giardini bassi che a loro volta conducono ai giardini alti, degli splendidi giardini all'italiana non visitabili.


Veduta di Caprarola dal Palazzo Farnese; sullo sfondo i monti Cimini.



La zona del lago di Vico offre molte altre attrazioni culturali e paesaggistiche, come i paesi di Ronciglione, Sutri e Nepi.



A mio avviso, il Palazzo Farnese è uno dei più affascinanti e significativi palazzi dell'arte rinascimentale-manierista del '500, sia dal punto di vista architettonico e pittorico, ma anche da quello filosofico. Ogni ambiente, con le sue forme e le sue strutture, così come ogni affresco, con i suoi particolari e i suoi colori, sono impregnati di un significato ben preciso, talvolta esplicito, talvolta nascosto, ma comunque sempre coniugato a esigenze di tipo pratico. E' proprio in questo aspetto che cogliamo la genialità, la magnificenza e l'alto livello degli artisti del '500. In questo caso vi lavorano non i Grandi Maestri, ma architetti e pittori di spessore medio che ugualmente meritano di essere conosciuti e studiati.

Il Palazzo di Caprarola è solo uno dei tanti esempi di beni culturali italiani considerati di second'ordine, probabilmente solo per il fatto di essere fuori dagli itinerari turistici più consueti. A mio parere, invece, è proprio questo il patrimonio culturale da salvaguardare, tutelare e far conoscere e visitare maggiormente, ancor più delle mete “commerciali“, per farci rendere conto di quanto la nostra Nazione sia veramente ricca di opere d'arte.


Per informazioni visitare i siti:
Guida sul Comune di Caprarola
Riserva naturale Lago di Vico

Giulia Spina