Il Pergamo di Pisa

Nicola Pisano

Il Pergamo del Battistero di Pisa

"Tra Naturalismo Gotico e Gravitas Classica" 1260

Gravitas Classica


Nel 1257, dopo più di un secolo dall'inizio della costruzione del Battistero di Pisa, sorgeva un sommo capolavoro dell'Arte Medievale, il pulpito commissionato dall'arcivescovo Federico Visconti probabilmente per celebrare la fine dell'interdizione pontificia inflitta a Pisa (1241), perchè colpevole della frattura di una delegazione di cardinali e vescovi diretti a Roma, per il concilio. Nell'iscrizione che corre lungo la cornice del basamento l'autore del pulpito, Nicola Pisano, celebra la sua "dotta mano" per aver scolpito un opera "tanto insigne". Egli si riferisce non solo alle proprie qualità tecniche, ma anche alla conscenza della cultura classica, maturata in gioventù, presso la corte di Federico II e approfondita attraverso lo studio dei sarcofaghi romani, all'epoca disseminati nella piazza dei Miracoli.

Rifiutando la tradizionale forma quadrangolare, Nicola progetta un pulpito esagonale, il cui parapetto è ornato, su cinque lati, da rilievi cristologici:

la Natività,
l'Adroazione dei Magi,
la Presentazione al tempio,
la Crocifissione,
il Giudizio Universale,
(il sesto lato è aperto per permettere l'accesso al predicatore).

La Natività:
Vocazione classica forte, più scene dentro il solito riquadro. In primo piano il bagno del bambino, tipico tema bizantino. Il volto di san Giuseppe infelice, ritratto in una posa disperata. In secondo piano la Vergine distesa, con il busto eretto come una matrona romana, filologicamente all’antica, pone Gesù bambino in un sarcofago. Sullo sfondo a sinistra, l’Annunciazione, che ritrae un angelo baldanzoso che porta la notizia alla Madonna, quasi impaurita.
L'Adorazione dei Magi:
Atmosfera di pacata serenità, resa dalla puntuale citazione dall'antico poichè la matronale Vergine assisa è tratta da un immagine di Fedra scolpita su un sarcofago conservato a Pisa. Pochi i personaggi,turgore propriamente fisico e gotico,i cavalli dal realismo straordinario: tutto è reso da una forte drammaticità che si concentra sulla sinistra, dove il bambino si protrae in segno di accettazione e benevolenza.
Presentazione al Tempio:
Analogamente, questa scena è sintesi di inquieto dinamismo, di pungenti descrizioni fisionomiche e di solennità classica confermata anche, in questo caso, dalla citazione di un gruppo antico: un Dioniso, ebbro, che si appoggia col gomito a un putto, nel maestoso vegliardo che incede a destra.
Crocifissione:
Interpretazione urlata, costituisce il culmine drammatico dei rilievi del pulpito, per quanto il tono tragico sia frenato da un misurato ordine compositivo. Prevale un indagine tutta umana e psicologica delle reazioni provocate, dal sacrificio di Cristo.Spiccano i nuovi elementi iconografici introdotti da Nicola: a sinsitra, lo svenimento di Maria, con il corpo che si spezza a novanta gradi; l'espressione dolorosa di San Giovanni, che propone una precoce indagine del pathos;i giudei impauriti e sconfitti che suggeriscano un movimento di fuga; la posa del Cristo rappresentato morto, nobilitato da una bellezza corporale che allo stesso tempo, ne sottolinea la natura umana e divina;richiamo all'orificeria renana, i piedi sono crocifissi ad un unico chiodo.
Il Giudizio Universale:
Scena rappresentata in due lastre collegate dalla figura di Cristo giudice.In quest' opera si nota l'apertura dell'artista al gotico francese, infatti il numero dei personaggi che compongono le scene aumenta, le figure si fanno più leggere, più espressive e realistiche.in questa scena il dinamismo precedente è sostituito da un effetto pittorico, martellato da un fremente gioco luministico
Sulla cornice sotto questa formella appare l'iscrzione scolpita dall'autore.
Il perimetro dell'invaso poggia su sei colonne, tre delle quali sorrette da leoni stilofori;una settima al centro, termina su tre telamoni.
Al di sopra dei capitelli esterni sono innalzate le statue delle:
Quattro Virtù Cardinali,
San Giovanni Battista,
Arcangelo Michele;
Profeti ed evangelisti si affrontano simmettrici nei pennacchi degli archetti trilobati.


Una delle Quattro Virtù cardinali:
La Fortezza

Basamento:
Leone Stiloforo

Nel pulpito di Pisa, Nicola opera allo stesso tempo come architetto e come scultore, ma l'iconografia nel complesso è certo concertata con un dotto teologo, forse l'arcivescovo Visconti, che nei suoi sermones fonrisce una descrizione dell'universo come Domus Dei, confrontabile con l'impianto e la decorazione del pulpito.
I leoni e i telamoni corrisponderebbero al mondo terreno, ovvero al piano che l'arcivescovo definisce la Domus Dei inferior; le sette colonne, simboli dei sacramenti, sarebbero la Domus Dei Exterior, cioè la chiesa. Alla Domus Dei interior, l'intuzione di Cristo tramite la Sapienza, allude il livello delle Virtù, dei Profeti e degli Evangelisti. Vi è infine la Domus dei Superior (l'alidilà), rappresentata dalla visione della divinità concreta nella vita di Cristo.
La scelta degli episodi cristologici coincide con la predilizione francescana per i temi commoventi dell'infanzia e della passione di Gesù, dunque può porsi in rapporto con la presenza documentata a Pisa nel 1257 di un celebre teologo dell'ordine San Bonaventura da Bagnoregio.

Opera della Primaziale Pisana