CINEPUGNO

La rivoluzione russa socialista del 1917 fu un grande evento distruttivo di liberazione sociale ma anche costruttivo di rinnovamento artistico ed espressivo. Il grande significato storico consiste nell’aver collegato un grande mutamento culturale ad uno politico, facendo di ognuno di questi due eventi l’espressione dell’altro.
Il cineasta più importante di questo movimento è Ejzenštejn, colui che portò a piena maturità l’idea sul montaggio formulando la teoria de “Il montaggio dell’attrazione”. Ejzenštejn dell’attrazione ne fa un concetto intellettuale, intendendo un elemento che provochi shock visivo e costringa lo spettatore ad una forma di fruizione attiva.

Eizenstein

Sostenendo che il cinema deve essere una forma di violenza, Ejzenštejn non porta mai a termine una scena ma accumula una violenza dopo l’altra. La scena del massacro della scalinata di Odessa in “La Corazzata Potemkin” (1925) è l’esempio più chiaro di montaggio dell’attrazione. Qui immagini come quella della madre che impotente guarda il figlio morire e quella in cui tiene il suo cadavere tra le braccia o quella finale della donna colpita da un proiettile in un occhio, sono shock visivi per sempre consegnati alla storia dell’arte.

Madre01

L'espressione della madre che guarda il figlio travolto dalla folla in fuga dai cosacchi

Madre02

L'urlo di dolore della madre che raccoglie il cadevere del bambino

Lo sparo finale alla donna


Ejzenštejn non mostra solamente la rivoluzione e la lotta, ma porta la lotta dal piano del contenuto a quello della forma, dello stile: lo scontro non avviene solo tra cosacchi e insorti, ma è all’interno dell’inquadratura.
Si rompe l’unità della rappresentazione, invece tanto ricercata dal coevo cinema hollywoodiano.

Miryam Criscione

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