Kandinskij
Vasilij Kandinskij
Vasilij Kandinskij nasce a Mosca il 4 dicembre 1866 e li compie gli studi universitari laureandosi in giurisprudenza. Gli viene subito offerta una cattedra all’università che, però, rifiuta volendosi dedicare alla pittura. Già quando era studente universitario, infatti, aveva avuto modo di conoscere le opere degli impressionisti, visitando la loro esposizione moscovita del 1895 e restandone profondamente colpito. Nel 1896 si stabilisce a Monaco. Nella città bavarese ha modo di entrare in contatto con numerosi pittori, poeti, critici d’arte e musicisti, con alcuni dei quali da vita al Neue Künstlervereinigung München (Associazione degli artisti di Monaco). In questa fase la sua arte è sempre più influenzata dall’espressionismo a cui lui fornisce contributi pittorici e critici. Ed è proprio partendo dall’espressionismo che negli anni dopo il 1910 avviene la sua svolta verso una pittura totalmente astratta. Dopo alcuni contrasti con l'associazione degli artisti di monaco, nel 1911 fonda, insieme all’amico pittore Franz Marc, «Der Blaue Raiter» (Il Cavaliere Azzurro).

Le principali influenze che Kandinskij subì a Monaco furono quello dello Jugendstil(nome che presero in Germania le espressioni artistiche dell'Art Nouveau). Infatti ‘Il cavaliere azzurro’, dipinto del 1903 è ancora ricco di fascino decorativo. Su una collina verde-dorata, che occupa quasi l’intera superficie della tela e che è disegnata da una delicata linea curva continua, un cavaliere dal mantello azzurro è lanciato al galoppo sul bianco destriero. Kandinskij era legatissimo alle storie e alle tradizioni del Medioevo russo e l’artista amava molto il soggetto dei cavalieri. Il cavaliere azzurro_Kandinskij (1903)

Dal momento in cui si trasferisce a Monaco inizia il periodo più intenso e produttivo della sua vita artistica. Nel 1910 pubblica il testo fondamentale della sua concenzione artistica: «Lo spirituale nell’arte». È un testo fondamentale per comprendere la sua opera. Al quarto capitolo Kandinskij scrive:

“il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l’arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, per esprimere la vita psichica dell’ artista e creare la vita dei suoni. Un artista che non abbia come fine ultimo l’imitazione, sia pure artistica, della natura, ma sia un creatore che voglia e debba esprimere il suo mondo interiore vede con invidia che queste mete sono state raggiunte naturalmente e facilmente dall’arte oggi più immateriale, la musica. E’ comprensibile che si volga ad essa e tenti di ritrovare le stesse potenzialità nella propria arte. Nasce di qui l’attuale ricerca di un ritmo pittorico, di una costruzione matematica astratta; nasce qui il valore che si da alla ripetizione della tonalità cromatica, al dinamismo dei colori ecc.“


Le riflessioni sui rapporti tra pittura e musica convincono Kandinskij che la pittura deve essere sempre più simile alla musica e che i colori devono sempre più assimilarsi ai suoni. La musica, infatti, è pura espressione di esigenze interiori e non imita la natura: è astratta. Anche la pittura, secondo Kandinskij, deve essere astratta, abbandonando l’imitazione di un modello. Solamente una pittura astratta, cioè non figurativa, dove le forme non hanno attinenza con alcunché di riconoscibile, liberata dalla dipendenza con l’oggetto fisico, può dare vita alla spiritualità.

L’artista affronta la pittura astratta attraverso tre gruppi di opere, che anche nelle loro denominazioni indicano il legame dell’arte di Kandinskij con la musica: "impressioni", "improvvisazioni" e "composizioni". Impressioni sono i quadri nei quali resta ancora visibile l’impressione diretta della natura esteriore; improvvisazioni, quelli nati improvvisamente dall’intimo e inconsciamente; composizioni quelli alla cui costruzione partecipa il cosciente, definiti attraverso una serie di studi. Kandinskij dopo questo passaggio, non ritornerà mai più alla pittura figurativa. Effettuò 6 impressioni 36 improvvisazioni e 10 composizioni.

Impressioni &nbsp Improvvisazioni &nbspComposizioni

Tornato in Russia nel 1914 prende parte al rinnovamento della società e della vita culturale del suo paese dopo la rivoluzione d’ottobre: riorganizza i musei di provincia, crea l’istituto per la cultura pittorica (1918) e fonda l’accademia di scienze artistiche (1920). Partecipa al clima avanguardistico russo che in quegli anni conosce importanti fermenti con la nascita del Suprematismo e del Costruttivismo. Tuttavia, avvertita l’imminente svolta normalizzatrice, che avrebbe di fatto tolto spazio alla ricerca delle avanguardie, nel 1921 ritorna in Germania e non farà più ritorno in Russia.

Nel 1921 ottiene il permesso di recarsi in Germania per sei mesi. Non farà mai più ritorno in patria. Nel 1922 diviene professore al Bauhaus di Weimar, libera scuola d’arte e mestieri. Kandinskij lega in particolare con il pittore svizzero Paul Klee, il pittore russo Alexej Jawlensky e il pittore e fotografo americano Lyonel Feininger. Con essi fonda il gruppo «Die blaue Vier» (I quattro azzurri), che idealmente si lega al precedente gruppo del Cavaliere Azzurro.

In questa fase il suo astrattismo conosce una svolta molto decisa. Nella prima fase i suoi quadri si componevano di figure molto informi mischiate senza alcun ordine geometrico. Anche i colori erano molto vari, mischiati tra loro, ottendendo infinite varietà cromatiche intermedie. Nella nuova fase, coincidente con il suo insegnamento al Bauhaus, i quadri di Kandinskij assumono un ordine molto più preciso. Si compongono di forme dalle geometrie più riconoscibili e dalle tinte più separate tra loro.

Ciò segna un passaggio ben preciso nel suo approccio all’arte astratta. Nella prima fase il suo astrattismo risponde solo alle sue esigenze interiori di esprimere emozioni e sentimenti. Nella seconda fase prevale la necessità della didattica, e quindi la razionalizzazione di un metodo che possa essere di insegnamento agli allievi. Anche se ciò è stato spesso interpretato come un impoverimento della sua vena creativa, è questo uno sforzo che egli compie che sarà fondamentale per la nascita di una estetica veramente moderna e attuale.

Nel 1933 però il Bauhaus viene chiuso dal regime nazista e nell’anno successivo Kandinskij per motivi politici abbandona la Germania per la Francia. A Parigi vive gli ultimi 10 anni della sua vita, muore il 13 dicembre 1944.

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