Lilith

Siamo evanescenti come i sogni, siamo prodotti dei nostri impulsi più profondi in contrasto con il giusto fine delle cose. Caro vuoi lasciarti andare alle emozioni e fuggire con me verso un futuro che ancora non è stato scritto? Perché non provare. Perché non uccidere tutti i fatalisti e chi predica una religione senza libero arbitrio? Perché non liberarsi di chi vuole vederci in bilico? L’equilibrio è la quintessenza del mio essere. Saranno loro a perire, non io e nemmeno tu, finché sarò al tuo fianco. Tra i dannati mi trovo benissimo. L’Eden è solo il velo di Maya più utopico, solo apparenza, non esiste, la sua profondità è vuota. E lui pretendeva di possedermi a suo piacimento, di dominarmi dall’alto, come una misera schiava. Stupida bestia umana. Non potevo non andarmene da quell’infernale paradiso. E sono corsa nella valle della solitudine, e nonostante tutto serena, felice, pronta alla mia nuova vecchia vita. Catapultata in un tormento travestito da giardino di delizie, seppur alcune proibite, come potevo restarvi a lungo? Senza libera scelta, stracolma di divieti, con le catene ai polsi e alle caviglie, in una prigione dorata. La mia indole non coincide con quella prospettata per una vita simile. Che Eva sia felice e prostituta: pronta a tutto per lui, anche a farsi sottomettere senza replicare. E fra i condannati ho incontrato te, l’apice di ogni emozione provata.Sei la chiave dei mille lucchetti che mi sigillano corpo ed anima. Sei di una mostruosa bellezza che lascia letteralmente senza fiato, tanto che, la prima volta che sorgesti dalle tenebre per mostrarti al mio cospetto, per poco non mi esplodeva il cuore ed i muscoli perdevano la loro quotidiana potenza nel sostenermi. Maledetto colui che ti dipinge come il perfido, invidioso della tua immensa libertà, del tuo mondo privo di qualsiasi genere di divieto. Non ti lascerò certo la possibilità di dominarmi, nonostante il mio istinto tenda verso di te. Ma so anche che tu non vuoi. Il tuo desiderio è quello di annullare ogni differenza sostanziale: siamo tutti peccatori. Siamo tutta un’umanità di egoisti, vanitosi ed arroganti. E tu sostieni che questo non sia affatto sbagliato, piuttosto lo ritieni un’inviolabile ed incancellabile verità.


I tuoi occhi mi accendono come una torcia, e brucia di passione il rosso sangue delle mie vene pulsanti. Lì nel nulla dell’infinita oscurità sei apparso alle mie spalle senza farti notare e per induzione le tue pulsioni positive facevano sì che la mia pelle fosse percorsa da brividi ed il mio corpo si spingesse sempre più verso di te; finché la tua virilità non mi carezzò, ispirando gemiti e surriscaldandomi dall’interno. Il tuo respiro si mescolava ai miei capelli, che poi spostasti su una spalla per potermi assaporare. E mentre mi sollevavi con aggressività e respirando ogni mia essenza, io potevo ferire l’ampiezza delle tue braccia e la morbidezza del tuo ventre. Il mio sguardo non poteva nascondersi dal magnetismo dei tuoi occhi, che m’invitavano dentro di te. M’insegnasti ad essere una cosa sola, a volerti nell’abissale profondità del mio essere. Mi mostrasti l’io ed il non-io, e la loro sintesi: quelli eravamo noi. Uomo e donna, due dominatori, due bestie senza regole, senza morale, spinti da libido e pulsioni; e poi determiniamo le nostre negazioni ed amiamo in una sintesi che ci comprende entrambi, nell’unione degli opposti, in un amore mosso dall’odio per tutto il resto.


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