PAUL GAUGUIN E LA POLINESIA


La Polinesia è una delle mete più ambite dai viaggiatori di tutto il mondo,ed è stata fonte di grande ispirazione per uno dei più importanti artisti dell'800, Gauguin. Gauguin scelse le isole della Polinesia come seconda patria e vi trascorse gli anni più fecondi della sua carriera, e ancora oggi una moltitudine di persone sogna di vedere l´azzurro cobalto di quell´angolo di oceano Pacifico.
Ispirato dagli scritti di Pierre Loti e dopo la sua breve avventura artistica con Van Gogh, Paul Gauguin arrivò a Tahiti nel 1891, avendo ottenuto una missione ufficiale dal governo francese. Venne a Tahiti per tentare di mettere in accordo il suo cammino interiore e la sua opera :" là potrò, nel silenzio delle belle notti tropicali, ascoltare la dolce musica che mormora i movimenti del mio cuore ".Egli andava alla ricerca del "Paradiso perduto " dove creare " l´atelier dei Tropici ": il desiderio mai realizzato di riunire un gruppo di pittori ,uniti da intenti comuni, liberi di creare lontano dal mondo moderno.
Il pittore scrive nel suo libro " NOA NOA ": "Parto per starmene tranquillo lontano dalla civiltà.Voglio fare dell´arte semplice, molto semplice;per questo ho bisognosi ritrovare le mie forze a contatto con la natura ancora vergine, di vedere solo selvaggi e vivere la loro vita, senz´altra preoccupazione che tradurre con la semplicità di un bambino le fantasie della mente con gli unici mezzi veri ed efficaci: quelli dell´arte primitiva ".Arrivato a Papeete, il porto più importante dell´isola, ne restò deluso perchè l´ambiente era troppo contaminato dagli europei; si trasferì così a Mataiea,lontano da Papeete 80 chilometri sul lato meridionale dell´isola, dove l´ambiente era ancora puro e selvaggio e qui affittò un semplice " fare ", una capanna di bambù con il tetto di foglie di palma, immersa nella vegetazione tropicale, davanti ad una laguna azzurra.
Nei due anni trascorsi a Tahiti (1891-1893) Gauguin realizzò circa settanta dipinti di vario genere, dai ritratti ai nudi, dai paesaggi ai soggetti simbolici ed allegorici.La maggiore delusione del pittore fu scoprire che la religione e i manufatti veramente tahitiani non esistevano più; infatti, quale colonia francese, Tahiti era stata sottoposta ad un processo di europeizzazione,inoltre in quest´isola non era mai esistita una tradizione scultorea monumentale.Quindi Gauguin dovette reinventare una forma di credo religioso del passato basandosi sulle letture ( si documentò leggendo il libro di Moerenhout "Viaggi nelle isole del grande oceano" ricco di informazioni sui riti dei maori ),sui racconti orali della tradizione religiosa e sulle conversazioni con la una giovane vahinè.




" Due donne tahitiane sulla spiaggia " 1891, olio su tela, 67x90 cm, Parigi, Musèe Orsay.
Di primo acchito l'insieme della composizione proclama la libertà che l'artista si prende di fronte alla realtà.Infatti Paul Gauguin raffigura in quest'opera una doppia immagine di una giovane vahinè, vista simultaneamente di fronte e di profilo.L'improbabile colore verde del mare ci spinge a dubitare della veridicità di questa spiaggia, indicata nel titolo del dipinto.
Le superfici piatte e i contorni sinuosi sono messi in evidenza dalla vivacità dei colori che contrastano con l'espressione assorta dei volti.
Scrive Gauguin...

" Se il colore è esso stesso un mistero per i nostri sensi, conviene che se ne faccia un uso altrettanto misterioso ".
Ciò è evidente in questa opera, dove l'audace accordo dei colori puri crea un'atmosfera irreale e fuori del tempo in cui si ritrova anche la sorda armonia ottenuta dall'accostamento dei toni molto vicini tra loro.
La sua potenza poetica è ormai votata ai soggetti tahitiani che egli, con tratto sicuro, immortala nella loro particolare bellezza.

Firmata e datata al 1891, quest'opera, particolarmente famosa, fu realizzata durante il primo soggiorno del pittore a Tahiti (soggiorno che si protrae dal giugno 1891 all'estate 1893) ed esprime tutta la sua attrazione per questo mondo lontano, che lo purifica da tutte le influenze occidentali. In questo stesso periodo l'artista esegue una seconda versione di questo dipinto, PARAU API (Les nouvelles du jour), attualmente conservata al Museo di Dresda.


file html realizzato da Martina Giachi
per il corso di Laboratorio di Informatica
del prof. Tommaso De Vivo