La pittura metafisica: Giorgio De Chirico

L'enigma del ritorno

Nei quadri di De Chirico il tempo si manifesta in triplice maniera: con gli orologi, segni del tempo attuale, con le ombre che ci riportano al tempo passato; e infine con le architetture che sono senza età e attraverso il presente collegano il passato al futuro.
Il fatto che ci sia in genre un evidente sfasamento tra le ombre allungate degl'edifici ne accentua ancora di più l'enigmicità. Possiamo affermare che nella pittura di De Chirico il tempo sia il protagnonista.



Ettore e Andromaca

1917.Milano collezione Mattioli.
L'atmosfera è rarefatta e sospesa,il cielo è cupo. I due mitici personaggi si stringono nell'ultimo abbraccio presso le Porte Scee, prima del duello con Achille che segnarà la morte dell'eroe troiano.
Ma non sono personaggi reali e neppure autentici manichini di sartoria ,sono singole figure geometriche astratte, niente sembra essere reale.



Muse Inquietanti

1917.Milano collezione Mattioli.
I manichini hanno i corpi in foggia di statue classiche, dalle pieghe ricadenti parallelamente; quello di sinistra simile alle scanalature di una colonna dorica.
Il richiamo alla grecia giustifica il titolo( Giorgio De Chirico nasce in Grecia), le muse sono inquietanti piochè inserite senza logica apparente in un contesto urbano che suscita angoscia, proprio come avviene in certi sogni (o incubi). Tutto nei sogni sembra reale eppure non lo è perchè creato dal nostro incoscio.




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