PAUL KLEE



Paul Klee, (pronuncia pàul clé) (Münchenbuchsee, 18 dicembre 1879 – Muralto, 29 giugno 1940), è stato un pittore tedesco (richiese la cittadinanza svizzera negli ultimi anni di vita).
Figura eminente dell'arte del XX secolo, Paul Klee, nel periodo della sua formazione, si occupò di musica, poesia, pittura, scegliendo infine quest'ultima forma di espressione come ambito privilegiato e dando così inizio ad una tra le più alte e feconde esperienze artistiche del Novecento.
Si mantenne comunque anche con i proventi derivati dalla sua attività di strumentista presso l'Orchestra di Berna.
Esponente dell'astrattismo, considerava l'arte come un discorso sulla realtà e non come una sua semplice riproduzione.
Nelle sue opere la realtà è quindi rarefatta, resa essenziale, talvolta ridotta a semplici linee o campiture colorate.
La sua inesausta ricerca si manifesta anche attraverso la scelta dei supporti, che vanno dalla tradizionale tela alla carta di giornale, alla juta, a cartoncini di ogni qualità e spessore.



Nel 1926, otto anni prima della stesura di Ad Parnassum, Klee soggiorna in Italia e rimane profondamente colpito dai mosaici delle basiliche paleocristiane di Ravenna, da allora i suoi dipinti assumono una fisionomia nuova caratterizzata da una tecnica "neodivisionista" costituita da pennellate puntiformi poste a formare una fitta e omogenea tessitura cromatica. Nella tela Ad Parnassum rivive lo splendore dei mosaici bizantini con minuscole pennellate dense di colore che immergono l'immagine in una luce particolare, accesa e viva; segnata da tonalità azzurro-verdi e giallo-arancio che appaiono in continuo movimento: come un raggio di luce che si riflette su uno specchio infranto. Il disegno risulta spezzato da linee rette e oblique, che tracciano, in secondo piano, la sagoma di una collina di forma piramidale, affiancata da un sole che sorge di un vivido arancione. "Il soggetto era il mondo, se pure non questo mondo visibile"scriverà Klee nei suoi diari riguardo al dipinto. Nel quadro Klee vuole trascendere i l mondo fenomenico ma a differenza di Kandinsky ( che recede ogni legame con il mondo reale per sfociare in un assoluto astrattismo) non perde ogni contatto con il mondo che ci circonda e rappresenta il paesaggio come un semplice ricordo, frammentato, definito da cromatismi e caratterizzato da una complessiva armonia, simile a quella delle melodie musicali che ben conosceva da abile violinista. E ancora, osserva il mondo con gli occhi di un fanciullo, componendo la realtà in tante macchie di colore, rappresentando ciò che meglio lo aveva impresso (fulgidi colori, il sole di un arancio acceso).

Il quadro è realizzato a linee incrociate che simulano la planimetria di una città (da qui il titolo).
L'effetto complessivo del dipinto propone un'attuale riflessione sulla realtà metropolitana che,
già negli anni 30, diventava paesaggio artificiale totale escludendo qualsiasi varietà morfologica.
Gli ampi quadrati,più o meno regolari e a scacchiera, propongono una città dove l'uomo modifica
pesantemente il paesaggio e ricorda i campi coltivati dove pure è l'uomo a definire gli spazi e le forme.