GIORGIONE,LA TEMPESTA
Il dipinto più enigmatico e più noto di Giorgione. Il titolo deriva da un’annotazione antica.
L’opera è custodita nelle Gallerie dell'Accademia di Venezia; la datazione incerta oscilla tra il 1502 e il 1508.
Non c’è aggettivo che non sia stato usato per magnificare La Tempesta e soprattutto il suo paesaggio. Non c’è ambito o livello di cultura,di fonti, di significato che non sia stato perlustrato alla ricerca del soggetto:racconto biblico, mito classico, leggenda cristiana, episodio letterario, vicenda storica, congiuntura politico militare, concetto filosofico, allegoria ermetico alchemica, personificazione emblematica. E poi c’è chi sostiene che il soggetto sia allo stesso tempo la tempesta, la zingara e il soldato, e tanto basti. E poi c’è chi il soggetto nemmeno lo cerca, perché –dice- non c’è soggetto, è solo un paesaggio con figure, una fantasia poetica.
La Tempesta serve intanto a mostrare esemplarmente lo scarto esecutivo tra figure e paesaggio che si verifica in diverse opere di Giorgione.
Non è un capolavoro: il capolavoro definisce con chiarezza il suo soggetto e lo serve funzionalmente con proprietà e coerenza d’iconografia e di linguaggio. È particolarmente difficile anche la datazione, perché la discontinuità esecutiva fa saltare i parametri di giudizio (che dunque si rivelano approssimativi,congetturali,illusori). Non c’è narrazione, informazione, espressione: La Tempesta è la più reticente fra tutte le opere di Giorgione. Ma questo significa che il soggetto è ancora più esclusivo del solito e che ci manca la chiave, il codice, il contesto, la cultura. Il soggetto verrà, immancabilmente; si tratterà allora di convincerne quelli che ne avevano trovato un altro e quelli che non l’avevano mai cercato. Fino a quel momento non c’è davvero più niente da dire.
Angela Nista