DUE
RUOTE UN MODO DI VIVERE.
Ho viaggiato,di volta in volta,con tutti i diversi mezzi di trasporto
che un viaggio richiede:aereo,treno,auto,nave,bus,bici(per brevissimi
percorsi),barca a vela e,naturalmente moto.
Sembra ovvio dire che il mezzo di trasporto è funzionale e spesso
subordinato alla meta che si vuole,o si deve raggiungere. Eppure,delle
volte,si ha l'imbarazzo della scelta del mezzo più idoneo al viaggio
da compiere. Anzi a me capita di frequente che per una concatenata serie
di suggestioni il mezzo diviene parte fondante dell'idea stessa di viaggio;
in alcuni casi non posso pensare ad una meta senza associarvi automaticamente
la moto.
Bisogna imparare a vedere le cose,questo mi ha insegnato, e ha cambiato
completamente il mio rapporto con ciò che mi circonda e di riflesso
con gl'altri. Ho compreso che potevo realizzare le cose che volevo,ho
imparato ad avere rispetto per la mia persona ,a capire che avevo un valore.
Ho imparato a vedere. E' stata lei,la moto,ad isegnarmi che ci vuole molta
disciplina per essere uno spirito libero.
MOTO , STRADE , MONDI ; STRUMENTI D'ESPERIENZA.
Senza pensarci troppo,mi viene facile descrivere la moto come se fosse
un oggetto animato,in grado di sentire e soprattutto "parlare"
o l'ideale prolungamento corporeo di chi la guida. Nulla di strano per
chi sente quella sella appiccicata al sedere.
Ripenso a luoghi fin lì visti solo in fotografia,amici che diventano"macchiette",ciascuno
col suo tratto distintivo,particolare.
Conoscendo e parlando con altre persone,ho scoperto che ciascuno ha una
sua personalissima idea di viaggio,un suo modo di desiderare il viaggio,di
esaudire quel desiderio,di comportarsi durante il viaggio,o di ricordarne
uno.
L' "essere in viaggio" non è tanto uno stato fisico,quanto
una dimensione forse più mentale,per conoscere,scoprire ed imparare
ad amare la diversità,sia quella dei luoghi,sia quella individuale.
Il punto d'arrivo allora,non è importante,ma lo è il percorso
compiuto per raggiungerlo.
C'è chi dice che chi ha conosciuto il vento e la sua forza,capisce
di non poterne più fare a meno; non so se è vero, però
sono abbastanza convita che non importa essere un viaggiatore estremo
per assumerne lo stesso atteggiamento,in qualsiasi viaggio: affrontare
una tappa per volta e assaporarle tutte.
UN BUON MOTIVO PER VIAGGIARE.
Perdersi,semplicemente perdersi. Motivazioni nobili ce ne sono tante,a
cominciare dalla tenera ebrezza del viaggio in sè,la pura smania
d'andare,per finire con la disponibilità a incontrare e conoscere
il diverso.
Ma soprattutto perdersi di vista,nel senso d'uscire dalla propria pelle
per sfiorare quella del mondo.Perdersi,in un certo senso,è l'unico
modo per ritrovarsi. Ritrovarsi diversi e migliori,condividere la strada,gustarsi
il ritorno.
Andare in moto è un sogno che porta lontano,oltre la linea che
la strada disegna all'orizzonte. Il valore di questa impresa silenziosa
lega i motociclisti in modo trasversale,perchè nel tragitto,sia
esso un breve spostamento cittadino o un lungo viaggio pieno d'aspettative
e di significati,noi sentiamo e sappiamo d'appartenere ad una grande famiglia,cerchiamo
nello sguardo e nei gesti di riconoscerci.
Condividiamo il sublime e il terribile,fidandoci solo del naso,per fiutare
i migliori e diventare loro degni compagni di viaggio.
Girovagando su internet ho trovato queste parole che secondo me spiegano
meglio lo spitito del motociclista:
Una volta, qualche anno fa, il papà di uno di noi che ora
non c'è più, il papà di un Angelo con il #24 sul
cupolino e nel cuore ci ha definiti così:
"...Mi aveva tanto parlato di voi, ma a dire il vero non lo avevo
mai ascoltato più di tanto,ma essendo un gran "capoccione"
me li ha voluti far conoscere uno ad uno, questi ragazzi da abbracciare
e baciare come figli propri, immersi in quelle loro tute di pelle, con
i loro caschi sgargianti, tutti veri DURI!
Gente che su strada non abbassa mai lo sguardo.
Ma provate ad alzare loro quelle visiere scure da marziani e troverete
occhi splendidi, puliti, gonfi di quelle lacrime vere
in cui puoi annegare ed arrivare fino in fondi alla loro anima per vedere
com'è candida.
Provate poi a togliergli quelle tute e troverete al loro interno dei bambinoni
innamorati della vita, dei week-end a bistecche e salsicce, ma ancora
tanto bisognosi di un padre o di una madre che li prenda per mano quando
la sorte inizia a giocare duro".
Si dice che ogni volta che saliamo in sella ai nostri destrieri insieme
a noi salgano pure Angeli e Diavoli...
E' vero! Rappresentano quel dualismo che rende questo modo di vivere così
denso di emozioni che a volte il cuore pare voler saltar via dal petto
e mettersi a correre, ad urlare.
Diavoli che girano quel polso in maniera a volte così irrazionale
e violenta che lo skizzo di adrenalina ti arriva diritto al cervello senza
passare dal via, lasciandoti i tremori per lunghissimi interminabili minuti,
e angeli che portano il volto e la voce di chi non è più
con noi, dei nostri affetti, delle nostre paure ed esperienze costruite
sulle nostre ossa rotte.
Si, è vero, in moto si muore, capita... può capitare ad
ognuno di noi e ci si fa male, tanto male, ma quanta vita si trasforma
in ricordi bellissimi, in attimi eterni, in risate così fragorose
da far tornare il sole anche in una fredda e piovosa giornata di novembre?
Parlate con ognuno di noi e fatevi raccontare un giro, un aneddoto, una
curva e perdetevi in quello sguardo che comincia a scintillare, nelle
risate, nel sorriso che, spontaneo, stira gli angoli del viso e distende
la fronte...
Parlate con ognuno di noi e chiedetegli cosa sarebbe di lui se un giorno
dovesse rinunciare a questa passione e preparatevi a sentire l'urlo del
silenzio, a vedere quello sguardo di bimbo diventare lo sguardo di un
marinaio costretto a vivere a terra con il mare in vista o di un pilota
che guarda il cielo ancorato a terra...
In moto si muore, è vero... ma non esiste modo migliore per
vivere il tempo che ci è concesso...
E se ancora non lo avete capito... beh, lasciate perdere, non lo capirete
mai...
Ma se un domani, andando al mare con la vostra famiglia automobilisticamente
corretta, dovesse sopraggiungere uno di Noi e vedreste vostro figlio girarsi
di scatto e salutare sbracciando come un pazzo, rinunciate a capire anche
lui...
Lui che nella sua incoscienza vede in Noi quella scintilla che voi
non siete stati capaci di scorgere.
E se vedrete il Motociclista ricambiare il saluto... beh, non c'è
nulla di strano sapete?
Tra Angeli in terra ci si saluta sempre...
Ma questo, chi ha perso le ali, non lo ricorda...Motociclisti...strana,
meravigliosa gente!
Scilla Paoli