Balthus

didascalia

Passage du Commerce Saint-André









Anno di realizzazione 1952-1954
Tecnica utilizzata Olio su tela
Dimensioni 294 x 330 cm
Ubicazione Collezione privata

Dati dell'opera

La cour de Rohan, dove Balthus aveva l'atelier dalla fine del 1935, si apre su questo vicolo che collega il boulevard Saint-Germain alla rue Saint-André-des-Arts. Il quartiere, uno dei più antichi di Parigi (era contenuto nella cinta muraria fatta edificare da Filippo Augusto all'inizio del XIII secolo), era stato ricostruito nel XVII secolo divenendo, con l'insediamento della Comédie Francaise (1689) e l'apertura del famoso café Procope, un centro nevralgico della vita letteraria e teatrale della città. Un secolo dopo l'atmosfera non era meno effervescente. I grandi protagonisti della Rivoluzione, Marat, Danton, Camille Desmoulins, Billaud-Varennes, erano soliti ritrovarsi al Procope, che aveva un'entrata secondaria sul Passage du Commerce; al n. 20 abitava Danton, mentre il n. 8 visibile sulla tela ospitava la tipografia dove nel 1793 Marat cominciò a stampare il suo giornale, l'"Ami du Peuple". Fu invece al n. 9 che venne sperimentata la ghigliottina... Lo sviluppo di Parigi nel XIX secolo e le opere urbanistiche di Eugéne Haussmann conferirono al quartiere una quiete da cittadina di provincia che sopravvisse fino agli anni cinquanta del XX secolo. Pierre Klossowski ha dedicato i due paragrafi conclusivi di un testo significativamente intitolato Du tableau vivant dans la peinture de Balthus al Passage du Commerce-Saint-André. "Due voci sembrano alternarsi e rispondersi vicendevolmente", scrive. "Era così e sarà sempre così, in una sorta di equilibrio tra rievocazione di ciò che è stato e il perpetuo ritorno di tale rievocazione nel ritmo quotidiano della vita rassegnata a se stessa". Il Passage du Commerce-Saint-André restituisce efficacemente la sensazione di sospensione temporale, di incantesimo che avvolge i personaggi, di "quadro nel quadro" che già suscitava La Rue. Due studi dipinti mostrano come Balthus abbia perfezionato il quadro a poco a poco; dapprima la scena vuolta, con le facciate cieche dipinte in tonalità chiare di grigio e blu, quasi lunari, e immersa in un silenzio funebre. Dopodiché, un personaggio: la ragazza ritratta a mezzobusto in atteggiamento pensoso con la mano sul mento e vestita di una corta mantellina che scomparirá nel disegno finale. Infine, dopo alcune esitazioni testimoniate dai disegni preparatori, gli altri personaggi: i due bambini sulla sinistra, dalle teste rotonde come boe, che conducono lo sguardo dello spettatore verso la vecchia ingobbita a cui corrisponde lo gnomo seduto sul marciapiede di destra; la ragazzina con la bambola, collocata nel canaletto di scolo, ricorda il bambino che gioca a volano della Rue. Al centro vediamo un uomo che si allontana con in mano una baguette; lo stesso soggetto, in uno dei disegni preparatori, avanzava verso lo spettatore portando un bidone di latte. Così come per alcuni personaggi centrali della Rue, anche in questo caso poco importa che il personaggio vada o venga: "É da lui" scrive Pierre Klossowski, "che scaturisce l'atmosfera di attesa del dipinto: l'uomo, collocato al centro del cerchio magico formato dall'"era così" e dal "sará sempre così", appartiene e al tempo stesso si sottrae all'incantesimo... Egli cammina, ma nel suo movimento appare immobile, e nella mano stringe la promessa concreta di spezzare e superare questo cerchio esasperante: la baguette di pane dorato, in cui forse è possibile ravvisare un intento emblematico da parte di Balthus".

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