Detto ciò, possiamo ora brevemente distinguere le varie tipologie di restauro e identificarle in: RESTAURO SCIENTIFICO: detto anche "museale", questo tipo di restauro è rivolto alle opere d’arte da esporre poi in musei o in mostre. Mira essenzialmente a "conservare" il pezzo, evidenziandone gli interventi allo scopo di assicurare all’osservatore l’autenticità di ogni sua parte. Esclude ogni manomissione a livello formale: l’opera restaurata riacquista il suo aspetto tecnico-formale, ma le reintegrazioni non sono mascherate, quindi tutti gli interventi risultano evidenti (v. il "Crocifisso di Cimabue", S. Croce a Firenze). RESTAURO ESTETICO-FUNZIONALE: questo tipo è quello che è praticato dal buon restauratore rivolto a ogni tipo di opera e anche di clientela. Il professionista opera nel pieno rispetto delle caratteristiche composito-strutturali del pezzo, prefiggendosi di dare all’oggetto, anche nei minimi particolari, l’aspetto originario facendo ricorso il più possibile a tecniche di lavorazione e materiali utilizzati al tempo della nascita del pezzo stesso. Gli interventi saranno nascosti, le sostituzioni ex-novo di parti, limitate al massimo e solo in caso di impossibilità di riparare o ripristinare (reintegrare) la parte originale (ad es. un particolare che è andato perduto), la funzionalità e la leggibilità dell’opera saranno ripristinate; una sedia dovrà poter essere riutilizzata così come un dipinto o una cornice dovranno poter essere godute appese alla parete perché questo è il loro fine. RESTAURO COMMERCIALE: utilizzato allo scopo di raggiungere il "fine ultimo" nel più breve tempo possibile. Lo si attua tramite: Nel 1987 è stata definita la "Carta 1987 del Restauro degli oggetti d'Arte e di Cultura" nata come esigenza, nell'ambito del convegno sulla tutela promosso dal CNR insieme al Ministero.
Tutte queste pratiche sono da considerarsi in modo negativo e assolutamente da non approvare in quanto vanno a compromettere, a volte anche in maniera irreversibile, l’originalità del pezzo.
Successivamente il Centro Tecnologico di Restauro di Anghiari, nella necessità di pervenire a regole comuni sull’attività di restauro di manufatti in legno e specificamente del mobile antico, e in considerazione dalle precedenti carte del restauro (Carta di Venezia 1964, Carta del restauro 1972 e Carta CNR 1987), ha ritenuto opportuno redigere Il Documento sul Restauro del Mobile Antico che, pur non avendo finalità giuridiche, consenta di proporre una elencazione di principi che possano orientare l’intervento di conservazione e di restauro del mobile antico.
E' giunto il momento di mostrarvi qualche esempio di restauro e conservazione,
data un'occhiata alle foto nella tabella sottostante!