Vincent van Gog -1890-

campo di grano con volo di corvo

Sono gli ultimi giorni di vita di Vincent van Gog e solo il lavoro lo manteneva in vita. A volte dipingeva fino a crollare: un quadro al giorno, a volte due. Meno di un mese prima di morire dipinse il "volo di corvi", quadro che, con molta intensità, riproduce il suo stato d'animo di quei giorni e attraverso il quale cercò di esprimere “Tristezza ed estrema solitudine”. All’insolito formato longitudinale del quadro si adatta il panorama di un campo che dal primo piano si apre in tre sentieri che vanno in direzioni diverse. Per l’osservatore viene a determinarsi una situazione inquietante per lo sviluppo poco chiaro dell’orizzonte e i sentieri che finiscono alla cieca nel campo o che conducono fuori dal quadro. L’articolazione abituale della prospettiva del campo aperto è capovolta, le sue linee di fuga, partendo dall’orizzonte, confluiscono in primo piano. Il cielo blu e i campi gialli premono violentemente per allontanarsi gli uni dagli altri e uno stormo di corvi, passando dove essi confinano, si avvicina all’incerto primo piano.Diversamente da quel che potrebbe essere il risultato di una pittura convulsa, la scena è di un’ampiezza e di una semplicità lapidarie. Il blu del cielo appare unitario, disteso su un’unica superficie; il giallo del grano è suddiviso in due superfici separate, tre sono le superfici sulle quali si distende il rosso dei sentieri, divergenti l’uno dall’altro, e cinque quelle riservate al verde complementare delle strisce d’erba che li percorrono. La tavolozza dei colori si limita quasi del tutto ai tre fondamentali e ad uno complementare, garantendo così una certa moderazione. La dimensione orizzontale, che qui predomina, più che dalla cornice o dalla tela, è determinata piuttosto dallo stato d’animo dell’artista. Essa non serve né al panorama, né viene creata dagli oggetti, domina la scena così imponentemente che la dimensione verticale si nota appena. In tutto il quadro non è più possibile distinguere i particolari e l’insieme, la vicinanza e la lontananza. Probabilmente a causa di questa, potremmo quasi dire, espressione assolutamente valida del tema paesaggistico, che sembra rispecchiare le leggi primordiali del mondo, molti credono che questo sia uno degli ultimi quadri dipinti. In effetti ne seguì ancora una dozzina, ma nessuno eguagliò in quanto a energia e qualità il Campo di Grano. E’ per questo che il quadro, non a torto, è considerato uno dei migliori, in assoluto, una specie di testamento pittorico.

"Nei momenti in cui la natura è così bella sento di rivivere in una situazione di terribile lucidità. Non ho più coscienza di me stesso e i quadri nascono come in sogno.”

Vincent van Gog