Storia

LE ORIGINI:
L'origine del trompe l'oeil risale all'epoca preistorica; già nelle prime pitture murali negli edifici di culto e nelle tombe troviamo un ricchissimo repertorio di dipinti naturalistici; in particolar modo le civiltà egizia e minoica ci hanno lasciato grandi pitture parietali che si sostituivano ai veri e propri giardini.
Alle civiltà mediterranee, in particolar modo quella greca e cretese, risalgono i primi sfondati illusionistici della storia. Nella grande pittura greca del IV e V secolo si crea una commistione tra architettura e pittura volta alla dilatazione illusionistica dello spazio; celebri sono gli affreschi degli edifici regali e aristocratici che si ricollegano anche alla tradizione pompeiana (vedi img 1) la quale si avvale di uno stile decorativo molto ricco che però supera la soglia della verosimiglianza poiché presenta elementi architettonici gracili e sovrapposti nei quali si addensa una natura fantasiosa.



TROMPE L'OEIL IN ITALIA
L'Italia è stata il maggior centro di sviluppo e diffusione di questa particolare tecnica; Giotto, ad esempio, nel '300 la utilizzò per dipingere le Allegorie del vizio nella Cappella degli Scrovegni di Padova.
E' però il Rinascimento, con la scoperta delle regole della prospettiva, quella che possiamo considerare l'epoca d'oro del trompe l'oeil; grazie a grandi maestri come Brunelleschi, Masaccio e Leon Battista Alberti la pittura architettonica illusionistica raggiunge livelli di realismo molto elevati; vengono prodotti sfondati prospettici di grande raffinatezza che verranno recuperati dai successori barocchi e rococò(questi ultimi in particolare in Olanda).
Il tema dell'inganno non viene utilizzato solo in pittura, ma anche nell'ambito scultoreo: troviamo infatti molti studioli in legno intarsiato con rappresentazioni di finti mobili aperti pieni di libri e oggetti (come il celebre studiolo di Federico di Montefeltro nel palazzo Ducale di Urbino), piani di tavoli in pietra dura con rappresentati oggetti illusoriamente tridimensionali, finestre, porte, davanzali con rappresentazioni ingannevoli; questo tipo di corrente si espande a fine quattrocento da Genova in tutta la regione.
Un esempio particolare della pittura a inganno di questo periodo è La Camera degli Sposi (o camera picta) situata nel Palazzo ducale di Mantova eseguita da Andrea Mantegna nel 1464; essa presenta pareti tripartite da un finto loggiato, nelle arcate sono presenti delle scenette inerenti alla vita di corte di Ludovico III di Gonzaga semicoperte da un finto drappo damascato. Celebre è il finto oblò (img2) situato sul soffitto con uno sfondato del cielo dal quale si affacciano dei puttini insieme a membri della corte.
Nell'ottocento il trompe l'oeil assume una valenza architettonica reale volta a sostituire materiali altamente decorativi (finestre, rivestimenti, statue dentro nicchie...)


TROMPE L'OEIL NELLA SOCIETA' MODERNA
Tra i moderni spiccano per importanza e valenza tecnica le opere dell'olandese Escher, creatore di prospettive impossibili che destabilizzano il sistema percettivo del fruitore; celebri esempi sono il cubo di Necker e il triangolo di Penrose.
In generale, comunque, in epoca moderna, il trompe l'oeil subisce un duro colpo poiché, con l'avvento dell'Espressionismo in particolare, la rappresentazione come riproduzione viene sostituita dall'intuizione dell'animo umano. Tuttavia, artisti come Salvador Dalì, continuano a utilizzare il trompe l'oeil per relazionare la realtà fenomenica con l'irrazionalità.
Salvo rari esempi, il XX secolo segna la scomparsa del trompe l'oeil, fatta eccezione di alcuni amatori attaccati alla tradizione che finanziano un mercato adatto ai piccoli borghesi, fatto di piccole raffigurazioni di interni. Gli ultimi virtuosi del genere sono Lèopold e Harnett.
Nel mondo contemporaneo un particolare tipo di illusione ottica è prodotto dall'artista inglese Julian Beever, il quale produce una pittura di marciapiede con i gessetti. Utilizzando una particolare tecnica di distorsione dell'immagine crea simpatiche opere surreali, rappresentanti sfondati con scene all'interno molto realistiche, oppure finte opere tridimensionali che spuntano dal pavimento della strada.